Fellini 100: 8½ un potente autoritratto osmosi tra arte e vita

di Nicole Chiassarini

  diretto da Federico Fellini è un film del 1963, recentemente restaurato in occasione dei cento anni dalla nascita del noto regista.

Questa famosa pellicola è considerata uno dei capolavori di Fellini e una delle migliori pellicole cinematografiche di tutti i tempi, tanto da essere ancora oggi una immensa fonte d’ispirazione per generazioni di registi.

Guido (Mastroianni), il protagonista, è un regista di quarant’anni, stanco della propria quotidianità e delle persone che lo circondano. Ovviamente anche la sua ispirazione viene meno, le idee sempre più rare e la pigrizia sempre più forte.

Nella speranza di una ripresa, ha fatto costruire un’impalcatura per un film di fantasia. Così intorno a lui si muovono tutti i personaggi che costituiscono i dietro le quinte del mondo cinematografico: tecnici urlanti, produttori, persone ambiziose con sceneggiature improbabili e anziane attrici che sperano in un’ultima parte.

Guido si muove tra tante idee, ma un critico cinematografico smonta una per una ogni iniziativa. Per fortuna la sua fantasia può viaggiare liberamente nel passato, nella sua adolescenza, durante la scuola e quelle prime sensazioni.

 di Fellini è un potente autoritratto, senza alcuna reticenza, dove lo stesso regista si rispecchia in un personaggio che vive una crisi creativa inaspettata. Gli episodi reali e quelli della memoria si alternano, facendo breccia nei cuori creativi, soprattutto in quelli che di cinema ci vivono e sono costretti a venir circondati da infiniti attimi di follia.

La pellicola è un susseguirsi di flashback e momento onirici. Le citazioni al suo interno sono infinite e tutte si riferiscono al cinema di Fellini.

La storia di Guido diventa la storia di noi tutti. È viva, vibrante, e rappresenta l’emblema del cinema, anche oggi. Fellini utilizza un linguaggio moderno, rivolgendosi ancora ai giovani costretti a vivere all’ombra dei “più grandi”.

 è considerato uno dei più grandi film della storia del cinema, forse anche uno dei migliori diretti dal Fellini. Anche oggi ispira intere generazioni di registi, basti pensare a Nanni Moretti: lui stesso ha girato diverse pellicole sulla falsariga di , come Palombella Rossa, un film che riflette la crisi politico-artistica di un intellettuale.

Inoltre, nel centenario della nascita del noto regista, è anche bene ricordare il rapporto che questo aveva con la Tuscia. Una terra piena di storia, affascinante a tal punto da diventare anche una terra di cinema. La città di Viterbo è stata più volte protagonista di capolavori cinematografici, e anche in questo cano non è certamente da meno.

In appare ben chiaro l’Istituto Tecnico Commerciale Statale Paolo Savi, in viale Raniero Capocci, rappresentante il collegio dove lo stesso protagonista ricevette una severa e oppressiva educazione. Il cortile dove i collegiali giocavano a pallone oggi è occupato dalla palestra dell’istituto, costruita successivamente. Dietro al muro sormontato da una rete da dove alcuni ragazzi assistono alla partita era stato posto un fondale per occultare gli altri edifici circostanti.

Ancora una volta il cinema di Federico Fellini arriva alla modernità, confermando il suo sguardo al futuro, più di chiunque altro. Temi della vita quotidiana si intrecciano perfettamente con la fantasia, diventando affascinanti e arrivando ad oggi senza tradirsi mai.

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