Al CSC un incontro formativo deontologico per soli cronisti sulla delicata questione LGBTQ
Il Centro Studi Criminologici Giuridici e Sociologici, in qualità di Ente Terzo formatore autorizzato dall’Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha sinora offerto sempre una variegata gamma di corsi per la formazione professionale continua, pur non discostandosi mai dagli argomenti che costituiscono il core business delle sue attività di studio e di ricerca.
Tali attività vengono esperite attraverso la realizzazione di corsi professionalizzanti o di approfondimento professionale, non solo per giornalisti, ed anche per il tramite dell’attività editoriale che, da qualche mese, si è affacciata sulla rete, attraverso la rivista scientifica telematica EuNOMIKA.
Gli argomenti, come noto, spaziano da quelli criminologici, a quelli giuridici, da quelli psicologici a quelli securitari. Dalla protezione dei beni culturali alla tutela dei minori, dalla vittimologia alla protezione dei dati personali, dalla psicologia forense alla analisi comportamentale e alla mindfulness. Alcuni corsi sono stati e sono molto tecnici. Altri, invece, sono stati molto più fruibili, pur rimanendo di nicchia.
In ossequio ai principi democratici del pluralismo, della libera espressione del pensiero, nonché del diritto di cronaca – ed anche di critica – che da sempre hanno improntato questa specifica attività formativa del CSC, il Centro ha deciso di dedicare un incontro formativo per soli cronisti alla delicata materia della questione LGBTQI.
Il giorno 11 gennaio 2020, infatti, proprio agli inizi del nuovo triennio formativo, presso il Centro Studi Criminologici si terrà l’evento formativo dal titolo “La comunità Lgbtqi: corretta terminologia, storia del movimento, le riforme normative e il Manifesto di Venezia”.
L’evento, già accreditato come deontologico dal CNOG, durerà 3 ore (dalle 9.30 alle 12.30), e vedrà come relatori l’avv. Carlo Mezzetti e la giornalista Emanuela Dei. La partecipazione, riservata ai soli giornalisti, è già prenotabile sulla piattaforma SIGEF, e consente ai partecipanti di accumulare 5 crediti formativi deontologici.
L’evento si propone di fornire – a beneficio dei giornalisti che debbano occuparsi della delicata materia – un corretto e completo inquadramento delle diverse categorie e delle relative terminologie utilizzate per identificare gli appartenenti alla comunità Lgbtqi (lesbiche, bisessuali, gay, transgender intersessuali, queeretc), in un contesto razionale e volutamente scevro da considerazioni politiche o polemiche.
Si offrirà ai discenti anche un quadro della nascita e della evoluzione del movimento di emancipazione omosessuale, nella considerazione che esso si riferisce ad un mondo vasto, eterogeneo e variegato, che ha nel tempo acquisito una sua soggettività nel cammino verso il riconoscimento dei diritti civili, e nella convinzione che conoscere dettagliatamente certe tematiche consentirà ai cronisti di non commettere errori di natura tecnica, giuridica, concettuale e terminologica.
Ci si soffermerà inoltre sulle riforme normative che il movimento è riuscito ad ottenere nel corso degli anni e su quelle che non hanno ancora trovato attuazione nell’ordinamento italiano, nonché sugli importanti principi deontologici enunciati per i giornalisti nel Manifesto di Venezia.
“È verosimilmente la prima volta in Italia che ad una categoria professionale di pubblica utilità, quale quella dei giornalisti, è offerta la possibilità di formarsi su un argomento così delicato, con un approccio asettico ed impersonale, che prediligerà gli aspetti squisitamente tecnici, storici e giuridici delle questioni ad esso sottese” ha dichiarato Marcello Cevoli, Presidente del Centro.
Ed è altrettanto importante che al momento formativo – di cui, si spera, verrà compresa la portata innovativa e, soprattutto apolitica – sia stato riconosciuto il rango di evento deontologico. Questo attesta la totale trasparenza, poliedricità di interessi ed ecletticità dell’Ordine dei Giornalisti, che con riconoscenza ringraziamo”, ha continuato Cevoli.
Nel corso del seminario – che non sarà assolutamente un dibattito, ma una lezione di natura socio-giuridica – verrà dedicato un apposito spazio anche alle domande tecniche che i partecipanti potranno rivolgere ai docenti incaricati.
La realizzazione dell’evento in parola consentirà di sensibilizzare i cronisti e – attraverso la loro sacra funzione – l’opinione pubblica, sulle costanti battaglie verso l’uguaglianza, la libertà e la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo, in ossequio al disposto degli articoli 2 e 3 della nostra Costituzione, nonché delle altre fonti di diritto sovranazionale che tutelano i singoli e le formazioni sociali.
Il Presidente del Centro per gli Studi Criminologici
Marcello Cevoli