Coronavirus. Salta la Processione del Venerdì Santo di Bagnaia che risale al 1600

di Luciano Costantini

“Un dolore immenso”. Aldo Quadrani sintetizza così il sentimento di Bagnaia tutta – e non solo – per il forzato annullamento della Processione del Venerdì Santo, una classica del folklore e della religiosità viterbese. Aldo Quadrani è il presidente della Associazione Amici di Bagnaia “Vincenzo Frittelli”, ma è soprattutto la memoria storica e appassionata del luogo. “Avevamo capito già all’inizio del mese di febbraio che la manifestazione sarebbe saltata. Come salteranno sicuramente altri eventi in calendario. Voglio solo ricordare che la processione è una tradizione che risale al 1600 e che è saltata esclusivamente negli anni della guerra. Un dolore straordinario per tutti anche perché le persone ci tengono da sempre a vestirsi con gli abiti del tempo. Ognuno ormai ha il proprio costume che ripropone ogni anno”.

Quanti sono i figuranti?
Variano dai 300 ai 350. La prima rievocazione nasce nel 1618, dunque una tradizione secolare.

E come si vive questa che è una autentica perdita per la comunità?
Ovviamente male, però per gli anziani il dolore è ancora più acuto. Perché aggiunto al dispiacere di non potersi muovere da casa. A Bagnaia, come un po’ tutti i paesi, lo svago principale è fare la piazza, cioè incontrasi, scambiarsi le idee e magari anche i pettegolezzi. Dover rinunciare ad una abitudine semplice, ma antica è un dispiacere enorme.

Vi aspettavate che finisse così?
Sì, già nella prima decade di febbraio avevamo cominciato a temere che le cose non andassero bene e che si sarebbe arrivati a questo stop. Forse ci siamo arrivati in ritardo. Certe misure dovevano essere prese prima.

Ricorda qualche situazione legata alla processione?
Un fatto di cronaca, relativo all’imbizzarrimento dei cavalli, avvenuto negli anni Cinquanta. Alcune torce, avvicinate troppo agli animali, provocarono la reazione degli stessi. Ci fu qualche attimo di panico, ma niente più.

Chi è il decano dei figuranti?
Al momento non saprei. Ma vorrei ricordare un personaggio che purtroppo ora non è più tra noi. Il famoso Armandino, e non Armando, perché basso di statura. Era un dipendente comunale, un netturbino, ma il suo vero lavoro era quello di sensale. Conosceva tutte le strade, le vie, gli angoli e le persone di Bagnaia. Per il Venerdì Santo indossava i panni del soldato. I costumi? Sono circa 400, riserve comprese, e tutti molto belli. Conservati in ottime condizioni per l’intero anno.

Ogni costume è affidato alla cura del singolo figurante?
No. C’è un comitato che raccoglie il tutto e poi lo ridistribuisce. Dimenticavo, c’è un pezzo molto interessante che è costituito da una biga romana, realizzata da un signore che adesso non c’è più, Davide Colonna. Veramente molto bella.

Parliamo un attimo dei cosiddetti Quadri….
Sono diciotto. Partono da Gesù all’Orto dei Getzemani fino alla Deposizione nel sepolcro. Da qualche anno si è aggiunto il quadro della Flagellazione che viene rappresentata sul sagrato dinanzi alla Chiesa. Il tutto accompagnato da un grande sentimento collettivo. E poi la Crocefissione, al termine della processione, dinanzi a Villa Lante, il paese si rabbuia e si leva una musica che insieme creano un’atmosfera suggestiva e commovente.

Purtroppo tutto rinviato al prossimo anno…
Inevitabilmente. Così come il concorso per la pizza di Pasqua, la commemorazione del bombardamento del 10 aprile del ’44, l’Ascensione. Insomma, salterà tutto ciò che era stato programmato.

Si può dire che la Processione del Venerdì Santo sta a Bagnaia come Santa Rosa sta a Viterbo?
Stessa valenza e per quest’anno immagino stesso destino. Purtroppo.

 

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