Montalto caput mundi. Anzi, la sua centrale elettrica prototipo di un modello da esportare sia nel resto d’Italia che all’estero. Parola di Enel che questa mattina,(22 Aprile) all’interno del centro informazioni imbellettato a festa come si usa fare per le grandi occasioni, ha presentato una sfilza di progetti destinati a ridare nuova linfa a quello che una volta era definito un vero e proprio mostro, ma che ora dovrà diventare un esempio di efficienza e, perché no, anche di bellezza. Da un lato infatti, la riqualificazione del settore destinato a produrre energia, dall’altro la rivalutazione dei due sarcofagi che avrebbero dovuto ospitare la parte nucleare, i quali diventeranno museo e spazio espositivo.
Di questa nuova intrapresa dell’ente elettrico nazionale ne hanno parlato in tanti, a cominciare dal numero uno di Enel Italia Nicola Lanzetta, il quale ha messo a fuoco la situazione contingente, sposandola con gli obiettivi da raggiungere, “unica strada per favorire uno sviluppo che non potrà non portare vantaggi e benessere a tutto il territorio nazionale”.
Lanzetta è partito proprio dalla crisi energetica attuale per confrontarla con quella degli anni ’70, “quando gli stati arabi decisero di ridurre la produzione di petrolio; a quel punto noi cominciammo ad utilizzare il gas metano e a produrre motori con un minor consumo di carburante. Oggi ci troviamo in una situazione più drammatica, tale che – se non facessimo nulla – sprofonderemmo in una crisi difficilmente gestibile”.
Ed ecco quindi la frase magica: transizione energetica. Che in parole povere significa la diversificazione delle fonti da sfruttare per produrre energia, dando la precedenza a quelle rinnovabili. Lanzetta è partito dall’economia circolare: “Non è vero che non significa niente. Montalto ne è un esempio. Noi abbiamo preso un sito che in passato ha avuto una vita estremamente travagliata e che oggi torna ad essere protagonista di questo territorio”. Poi ha affrontato il concetto dell’economia: “Quante volte si è detto che la transizione energetica farà chiudere varie attività, farà diminuire i posti di lavoro, metterà sul lastrico tantissime imprese. Montalto rappresenta l’esatto contrario. La transizione energetica sarà l’occasione per nuove attività e nuovi posti di lavoro. Non solo – ha proseguito il number one di Enel Italia – ma sarà anche un vero e proprio acceleratore culturale perché genererà competenze legate alle nuove tecnologie di questo progetto”.
“Montalto – ha concluso Lanzetta – diventa oggi un modello da esportare e l’Enel su questo progetto ci sta mettendo tutto il suo impegno. Quindici miliardi e mezzo di investimenti nei prossimi tre anni per poter sfruttare al meglio sole, vento, acqua e geotermia. Il nostro è uno sguardo verso un futuro più economico e soprattutto sostenibile”.
L’opera di restyling è già cominciata. Nel sito infatti, sono in corso le demolizioni dei gruppi ad olio già dismessi. E’ stato anche avviato l’iter autorizzativo per poter realizzare un nuovo impianto fotovoltaico su una superficie di circa 20 ettari, per una potenza di circa 10 megawatt. Altre aree in fase di sviluppo (6 ettari) saranno destinate a ospitare sistemi di accumulo di energia per circa 245 megawatt, fornendo così un ulteriore contributo all’utilizzo delle energie rinnovabili e alla stabilità del sistema elettrico: anche in questo caso sono già in corso gli iter autorizzativi. Per ora resteranno attivi gli impianti turbogas, che però saranno rinnovati e resi più efficienti. Saranno presenti anche a progettualità esterne: un’area non più utilizzata è stata affittata a un’impresa del viterbese che avvierà una propria produzione di inseguitori solari (pannelli che ruotano seguendo l’esposizione verso il sole) e che quindi saranno in grado catturare maggiore energia, generando al tempo stesso occupazione a livello locale. E ancora: sono in fase di studio ulteriori soluzioni, attualmente oggetto di dialogo con le istituzioni, che permetteranno di valorizzare asset e strutture esistenti, garantendo ricadute positive per il territorio; tra queste, un innovativo progetto di serra idroponica (un impianto che permette ai coltivatori di ottenere un raccolto più ampio e con una qualità superiore), per il quale sono in corso analisi di fattibilità tecnico economiche e che potrà beneficiare delle aree e di parte delle strutture esistenti.
Ma non è tutto. Il progetto punta anche alla rigenerazione dell’area del sito originariamente destinato a ospitare la centrale nucleare, mai entrata in esercizio, attraverso la creazione di un vero e proprio distretto dell’innovazione, nel quale la narrazione del passato si intreccia con attività orientate al futuro. All’interno del sarcofago infatti, prenderà vita il Museo della transizione energetica, coprendo una superficie complessiva di oltre 5.000 metri quadrati. A questo, si aggiungeranno circa 15.000 metri quadrati di spazi espositivi all’interno di due strutture esistenti (dedicati ad installazioni d’arte sul tema dell’energia, sale di esposizione divulgativa riguardanti il tema della transizione energetica) e una sala per eventi collegata ad una terrazza panoramica. “Il progetto – ha spiegato l’architetto Patricia Viel, che lo ha curato – prevede anche un percorso di visita sopraelevato che circonda l’area e immergerà il visitatore in un paesaggio che ben restituisce la complessità del sito, con l’obiettivo di valorizzare e rendere accessibili manufatti dallo straordinario valore storico e architettonico.”.
Si vedrà se a tante belle parole seguiranno i fatti. E in che tempi. Per il momento a Montalto si è autorizzati a sognare un futuro quanto mai roseo.


























