Al Pilastro Carlo e Vera, una coppia e otto rotelle

di Arnaldo Sassi

Una coppia e otto rotelle. La coppia è quella formata da Carlo Turchetti e Vera Lucernini, che si stanno avvicinando alle nozze di diamante; le rotelle sono quelle dei pattini (quattro per pattino). Sì, proprio quelli che si mettono ai piedi per compiere evoluzioni di ogni tipo. Perché il pattinaggio – come spiega la stessa Vera – di specialità ne ha una caterva. Si va dal pattinaggio artistico, che può essere singolo o di coppia, al solo dance, anche questo singolo o di coppia, agli esercizi obbligatori, al pattinaggio spettacolo, fino a quello sincronizzato. Insomma, una varietà di opzioni che lo rendono uno sport molto complicato (servono preparazione atletica, esercizi di ginnastica artistica, predisposizione al ballo), ma estremamente affascinante.
Ebbene, a Viterbo – o meglio al quartiere Pilastro – esiste una tensostruttura, che costeggia la tangenziale, dove questo sport ha preso piede diversi anni fa e oggi è diventato un vero e proprio fiore all’occhiello, anche se rimane comunque una di quelle attività che non sono certo popolari come l’arte pallonara (o il calcio, che dir si voglia).
E proprio venerdì sera l’ASD Libertas Pilastro ’92 ha festeggiato i suoi trent’anni di attività, con un gran galà che ha raccolto oltre cento tra bambini e adolescenti e che – cominciato nel pomeriggio – si è protratto fino a tarda sera.
“Sì, è andata proprio bene – racconta Vera Lucernini – con i bambini che sono arrivati verso le 17: abbiamo fatto le prove generali, poi tutti a cena, offerta da noi. In seguito trucco e parrucco e poi tutti in scena, per la gioia di tutti i presenti. Ovviamente tantissimi i genitori, i nonni, gli zii e chi più ne ha più ne metta. Insomma, una serata indimenticabile. Ha telefonato per fare i complimenti anche il presidente nazionale della Libertas Andrea Pantano”.
Una storia lunga, quella della Libertas Pilastro ’92. Nata appunto dalla passione per questo sport di Carlo e Vera, due pilastrini doc. La racconta appunto la donna: “Qui non c’era niente. Solo campagna. E noi ci rivolgemmo alla parrocchia del Sacro Cuore, che aveva questi terreni. Il parroco di allora, don Enzo Aquilani, ci disse subito di sì. Anzi, oltre a concederci il terreno, contribuì in parte alla realizzazione della struttura, che infatti si chiama Oratorio del Sacro Cuore. Il resto lo si deve soprattutto alla generosità dei soci. Nel 1992 si partì con il progetto, ma ci vollero quasi dieci anni per realizzare la pista scoperta e il rustico degli spogliatoi. Eravamo nel 2003 e due anni dopo riuscimmo a completare le docce e i bagni. Poi, nel 2008, siamo riusciti a realizzare la copertura dell’impianto; e infine, nel 2010, l’ultimo passo, che ha portato alla costruzione della pista esterna e ad altre migliorie”.
Una bella maratona insomma, finita però nel migliore dei modi. O meglio, cominciata. “Non appena aperta l’attività – racconta ancora Vera – ci fu un vero e proprio boom. Arrivarono quasi subito più di cento bambini. Da Viterbo, dalla provincia, ma anche dalle regioni limitrofe. Furono subito divisi per età e anche in base alla difficoltà degli esercizi da compiere, affidati a istruttori con tanto di diploma di categoria”.
Nel corso di questi anni l’ASD Libertas Pilastro ’92 di strada ne ha percorsa parecchia, coprendosi anche di gloria. “Con Livia Soffi e Marco Brogi – racconta ancora Vera – siamo arrivati secondi ai campionati mondiali di coppia; Martina Tosini ha vinto il mondiale di solo dance in Australia; Marika Fontana è arrivata seconda nel collettivo ai mondiali di Colombia. Per non parlare dei titoli europei e italiani”.
Poi Vera Lucernini fa da Cicerone nelle stanze dell’impianto, dove fanno bella mostra di sé, oltre a tante foto ricordo, decine e decine di coppe e di targhe, simboli di altrettanti successi conquistati sul campo. O meglio, sulla pista.
L’unica nota dolente è il rapporto con le istituzioni. Troppo distratte e di nessun supporto. “Finora – conclude Vera – abbiamo fatto praticamente tutto da soli. Speriamo nella prossima sindaca”.
Già, speriamo.

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