“L’ho trovata dentro un armadio, avvolta all’interno di un lenzuolo”. Così don Remo, parroco della concattedrale di santa Maria Assunta a Gallese, racconta il primo, casuale, passo del recupero della tela, raffigurante la “Deposizione di Cristo”, del pittore seicentesco Paris Nogari. E che da giovedì 22 aprile 2022 entra temporaneamente in custodia della Fondazione Carivit, via Cavour 6 a Viterbo. Ma che presto rientrerà nella chiesa cattedrale di Gallese e, più in generale, nel patrimonio del paese. Ma non solo. Un caso fortuito, quello del recupero della tela, alta metri 3,25 e larga 1,90, che nel 1941 ha rischiato di finire tra i resti di un altare della chiesa cittadina, destinato a essere demolito perché ritenuto di scarsa rilevanza artistica. Adesso è tornata a essere una perla di Gallese. A ricordarne la storia e soprattutto il valore, una conferenza nella sede viterbese di Carivit, alla presenza del presidente Marco Lazzari, del sindaco di Gallese Danilo Piersanti, della soprintendente alle Belle Arti dell’Area Metropolitana di Roma, Viterbo ed Etruria Meridionale Margherita Eichberg, del Funzionario storico della stessa Soprintendenza Luisa Caporossi, del direttore dei Beni Culturali della Diocesi di Civita Castellana Claudio Canonici (il vescovo Romano Rossi non ha potuto partecipare per un impedimento dell’ultimo minuto), e di Chiara Munzi uno dei due tecnici che hanno realizzato il restauro. La tela rappresenta la Deposizione del Cristo ed è considerata un autentico capolavoro del Nogari (1699-1763) per la forza del tratto, ma anche perché rappresenta l’unica opera su tela dell’artista veneziano. Commissionata allo stesso Nogari e dalla confraternita di san Famiano nel 1579, già cinque anni fa era stata oggetto di un primo intervento di risanamento del supporto e di foderatura che ne ha scongiurato il definitivo deperimento. Il restauro è stato eseguito dalla Korestauro in sette mesi presso il cantiere allestito negli spazi del Centro Culturale di Valle Faul, messi a disposizione dalla Fondazione Carivit. “Resterà qui nella nostra sede di via Cavour – ha precisato il presidente Lazzari – in attesa di essere definitivamente ricollocata all’interno della concattedrale di santa Maria Assunta di Gallese. In tempi brevi produrremo anche un libro per spiegare nei dettagli la storia e il recupero dell’opera”. Un altro “tesoro” che la Carivit, in collaborazione sempre più stretta con la Soprintendenza alla Belle Arti, è riuscita e inserire nel cofanetto delle gioie della Tuscia. “E’ un motivo questo di orgoglio – ha sottolineato la soprintendente Eichberg – ma pure di stimolo verso nuove iniziative che magari possano coinvolgere imprenditori privati, penso per esempio al polo ceramico di Civitacastellana, in grado di svolgere un ruolo rilevante di sponsor nell’ambito di una crescente valorizzazione del patrimonio artistico del territorio”.
“La Sepoltura di Cristo” di Paris Nogari restaurata ritornerà nella chiesa cattedrale di Gallese
di Luciano Costantini

























