Viterbo: dalla Sapienza un progetto della città futura

Viterbo che verrà…quando non si sa. Assonanza, magari irriverente, ma certamente realistica se è vero che la città, per lunghi decenni e sotto tante amministrazioni, non è riuscita a darsi una dimensione che valorizzasse il suo passato e puntasse al futuro. Ora è la volta della giunta Michelini & Company a provarci, ammesso che ne abbia il tempo e l’opportunità. Raffaela Saraconi, responsabile all’Urbanistica della città, ha chiesto così aiuto (si fa per dire) all’università La sapienza di Roma: un team di architettetti e studiosi di del settore, impegnati ad elaborare un masterplan che dovrebbe definire le linee guida “Per la città di Viterbo” . In sostanza, realizzare un progetto che valorizzi il patrimonio, conferendogli una vitalità che ha progressivamente perduto ed evitando sapientemente il rischio di congelare la città dei Papi in un freddo museo. .
, annuncia l’assessore. E sarà una sfida durissima perché ridare ossigeno al centro storico (al di là di tanti strombazzati per quanto velleitari annunci che arrivano puntualmente da palazzo dei Priori) è pesantissima. La crisi delle attività commerciali è sotto gli occhi di tutti. La desertificazione pure. Solo il 10% della popolazione viterbese vive all’interno delle mura, rispetto agli oltre venti punti percentuali di Orvieto e Siena, così come hanno rilevato i tecnici della Sapienza. Gli architetti dell’ateneo romano hanno cominciato a redigere mappe e immaginare scenari. Ma siamo soltanto al primo atto di una operazione che naturalmente dovrà coinvolgere non soltanto amministratori, ma anche e soprattutto realtà imprenditoriali e sociali della città. Insomma, tutti insieme appassionatamente. I tempi di realizzazione? Difficile definire le tappe anche perché troppe volte in passato – anche recente – le speranze si sono trasformate in delusioni e non soltanto per colpa di un destino cinico e baro. architetto Emilio Capoccioni – il master plan dovrà essere presentato nella sua completezza, poi passerà al vaglio del Consiglio comunale>. E poi? Chissà? Discussioni, bandi di appalto, finanziamenti, interventi a vario titolo delle più varie authority. Comunque si può sperare. Anche perché non costa nulla.
Foto di Luciano Costantini

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