Via Francigena: sul cammino del pellegrino a Viterbo

palazzo farnese viterbo

Una visita guidata promossa da Ufficio Turistico di Viterbo, come i pellegrini arrivati a Viterbo nel XIII secolo.
Si attraverseranno i luoghi dove sorgevano i gli edifici simbolo di questa storia: l’ospedale dei pellegrini al Ponte del Duomo *, l’ospizio di S. Maria Nuova, l’ospedale di S. Antonio in Valle e quello di S. Maria della Palomba, e infine il luogo in cui Mastro Fardo volle fortemente l’ospizio delle Convertite.
La guida accorta spiegherà la Domus Dei e altri luoghi che cambiarono l’urbanistica della Viterbo medievale.

DurataEscursione:2h – facile Appuntamento alle ore 15.15 presso l’Ufficio Turistico di Viterbo, Via Ascenzi, 4.
Guida: Vera Anelli
Per info e prenotazioni: Tel. 0761 325992; E-mail infotuscia@fastwebnet.it

Via dei pellegrini al numero 2 sorge un fabbricato, conosciuto ancor oggi come l’Ospizio dei Pellegrini.
Sulla facciata del palazzo c’è una lapide scritta in latino che ricorda la donazione di questo ospedale. (vedere foto) I coniugi Guidone e Diletta fecero la fondazione tra il 1150 ed il 1200 e nell’offrire alla chiesa i locali precisarono che nessun vescovo o abate doveva alienare, usare o incamerare la struttura per altri scopi, pena una maledizione.
Questo è il testo dell’iscrizione:
«Io Guido, insieme a Diletta mia moglie, per la redenzione dell’anima nostra, dei nostri genitori e di tutti i fedeli, dono questa casa perché possa essere ospedale per pellegrini, con ogni sua possessione, ai servi dei servi di Dio, in eterno e senza alcuna condizione. Nessun vescovo o abate, o altra persona, abbia potere di asportare alcunché da questo luogo, né ne disponga, senza il parere di tutti i religiosi e i laici, maggiori e minori, di questa città. Se qualcuno vorrà fare diversamente, sia maledetto da Dio onnipotente, dalla beata sempre Vergine Maria, dai santi angeli e apostoli e da tutti i santi, e sia condannato insieme con Giuda, Pilato, Anna, Caifa, Datian, Abiron, Erode e tutti coloro che al Signore Iddio dissero: «Sta lontano da me». Così sia, così sia. Ordiniamo inoltre a chi possiede questa casa di onorare secondo le proprie possibilità i giorni dedicati alla Santa Vergine Maria e a San Giovanni Evangelista».

La maledizione, comunque, non è servita a proteggere l’ospedale. Nel 1575 è stato restaurato dall’Arte dei calzolai, ma in seguito è scomparso. Rimane la lapide.

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