Il vero e il falso sull’olio di palma: se ne parla alla Riserva Lago di Vico

La palma da olio (Elaeis guineensis) è una delle piante più rilevanti da un punto di vista economico grazie all’abbondanza di grassi nella polpa dei suoi frutti.
Originaria di una vasta zona dell’Africa inclusa tra il Gambia e l’Angola di fronte al vasto Golfo di Guinea, da cui deriva il suo nome scientifico, oggi è coltivata anche in zone tropicali del Sud-est asiatico e del continente americano.
La pianta può raggiungere i 30 metri: i frutti sono raggruppati in grossi grappoli sferici molto compatti che ne possono contenere ciascuno fino a 2.000. I frutti hanno un nocciolo duro e una polpa pastosa composta per il 40-65% di olio. Sono rapidamente deperibili, per cui devono essere lavorati immediatamente dopo il raccolto. Dal frutto della palma da olio si ricavano olio di palma (ottenuto dal frutto) e olio di palmisto (estratto dai suoi semi).

L’utilizzo dell’olio di palma è cresciuto nel corso della seconda metà del XX secolo, tanto da farlo divenire uno tra gli ingredienti principali dell’industria alimentare, andando a sostituire, per il basso costo e per le sue caratteristiche, altri grassi di uso tradizionale. Gli oli di palma, insieme a farine e zuccheri semplici, possono essere uno dei tre ingredienti prevalenti in molte creme, dolci e prodotti da forno di produzione industriale. In forma non raffinata, sono da sempre un ingrediente tradizionale nei paesi dell’Africa occidentale subsahariana.

Ne parlano al Palazzo della Cultura di Caprarola mercoledì 10 maggio alle ore 17.00 Anita Mattei e Barbara Loppi, Specialiste in Scienze dell’Alimentazione nell’appuntamento con “Un tè con la Scienza”.

Per informazioni telefono 0761 752048.

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