Unitus: Presentata la campagna scavi dei siti Fondarca e Liternum

“Non esiste uno scavo didattico senza uno scavo scientifico”. Così il professor Gian Maria Di Nocera nel presentare il lavoro che, insieme al professor Salvatore Di Vincenzo ha portato alla valorizzazione di due antichi siti (nelle Marche e Liternum in Campania) che sono sì stati scoperti da anni, ma che solo ora stanno assumendo l’importanza che meritano. Un lavoro svolto da due gruppi di studio del Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo dell’Università della Tuscia. Due squadre che per mesi sono state impegnate in rilevazioni scientifiche (sono stati utilizzati persino dei droni) che hanno permesso di ricostruire l’identikit dei due giacimenti archeologici. E comunque un lavoro che andrà avanti perché l’Unitus ha già programmato una nuova campagna che scatterà tra una quindicina di giorni e si concluderà ad agosto.
A Fondarca l’equipe guidata dal prof. Di Nocera ha potuto accertare su base scientifica che la “Grotta delle nottole” è stata utilizzata per funzioni cultuali, cioè di culto, dall’età del bronzo e fino al terzo secolo dopo Cristo. Non era così scontato. Perché i pochi resti rinvenuti non facevano pensare né a una necropoli né a un insediamento urbanistico. “Abbiamo dovuto procedere per esclusione”, spiega il docente. Per quanto riguarda Liternum, il gruppo del prof. De Vincenzo è riuscito a rilevare la pianta di una parte della città romana (la basilica, il foro, il teatro) ma restano da accertare i tempi precisi delle costruzioni che sono fondamentali per arricchire il passato del sito. Ecco il prezioso mix tra archeologia e realtà scientifica attraverso il quale si può davvero riscrivere la storia. E da dove può partire la didattica.

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