Un gioco di luci illumina la Basilica di Sant’Elia una volta l’anno durante il solstizio d’inverno

di Monica Arigoni

Il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, nella Basilica di Sant’Elia a Castel Sant’Elia si può assistere a un evento unico nel suo genere: un gioco di luci e proiezioni creata artificialmente dall’uomo medievale che si verifica una volta l’anno.
A scoprire l’avvenimento è stato Stefano Cavalieri, fotografo, grafico e videomaker, con uno studio che è durato cinque anni e che ha fatto emergere una serie di ipotesi riguardanti la basilica da studiare e valutare.
All’interno della cattedrale sono rappresentate alcune scene dell’Apocalisse e il 21 dicembre la luce che entra dalle monofore laterali si allinea con le monofore e arcate della navata opposta. Sono sette congiunzioni, come i sigilli dell’Apocalisse, e questo ha fatto pensare a Cavalieri che gli architetti medioevali avevano riportato alla realtà il momento dell’apertura dei sigilli, creando un qualcosa di spettacolare all’occhio umano. Lo scopritore ha pensato anche alla somiglianza dei destini sia del Dio Mitra che del Profeta Elia, tutti e due ascesi al cielo con un carro di fuoco.
L’evento è osservabile anche dieci giorni prima e dieci giorni dopo al 21 dicembre e ne esistono due proiezioni: la prima avviene alle 8 del mattino al sorgere del sole e colpisce le colonne di sinistra, l’altra alle 15 e riguarda l’apertura dei sigilli.
“In molti mi chiedono: hai dormito anche la notte nella basilica per scoprire tutte queste cose? In effetti c’è stato un periodo che quasi tutti i fine settimana ero lì, perché è aperta solo di sabato e domenica. Non cercavo la proiezione delle luci ma stavo studiando un simbolo contenuto all’interno della basilica, che mi ha portato a controllare l’orientamento dell’abside e della cripta – racconta Cavalieri – In precedenza avevo già studiato la Pindatera nuragica e le abbazie Cistercenzi perciò, vedendo che era orientata verso sud-est, ho iniziato a calcolare le varie altezze del sole nella varie stagioni e ho capito da subito che sarebbe accaduto qualcosa all’interno della basilica nel periodo di Natale, non sapevo cosa, ma sarebbe accaduto”. “È stato uno studio lungo dove ho trovato molti ostacoli, avendo poco materiale su cui studiare – prosegue – La formula vincente è stata che per ogni passo avanti che facevo l’ho sempre messo in discussione e alla fine la gioia più grande è stata quando ho iniziato a vedere l’allineamento delle monofore. Il numero 7 che è sempre presente nella struttura, gli affreschi sull’Apocalisse, e poi tanti altri tasselli che iniziavano a incastrarsi come in un puzzle mi hanno portato a capire quello che adesso potrete osservare anche voi. Con questa scoperta ho fatto veramente luce sul perché la basilica in pianta ha l’abside non allineata con la navata, perché una delle colonne delle arcate è differente da tutte le altre. La vedo inoltre come un altro tassello del puzzle, perché se dovessero essere vere le mie ipotesi, la basilica sorgerebbe su un Mitreo e non sul tempio di Diana. Una risposta che ha bisogno di un cantiere archeologico e non solo d’ipotesi perché ora più che mai tutti i tasselli del mio studio portano a quella conclusione”.
È prevista nei prossimi giorni l’uscita di un saggio che spiega l’avvenimento e altre scoperte e ipotesi contenute nella Basilica.
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