Tullio Del Sette inaugura la mostra sulla Grande Guerra. Per non dimenticare

Luciano Costantini

“La Grande guerra oltre la Grande guerra”. Il sottotitolo più appropriato potrebbe essere “Per non dimenticare”. Che è poi il significato che l’Ancescao (Associazione nazionale Centri sociali, Comitati anziani e Orti) si è proposta di dare alla mostra documentaria sul conflitto 15-18, inaugurata a Palazzo Papale  dal comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, chiare origini di Graffignano. Una mostra – allestita nella Sala Alessandro IV e organizzata in collaborazione con l’Università della Tuscia, la Provincia, il Comune di Viterbo e la Diocesi di Viterbo – fatta di foto, lettere, documenti e altre testimonianze risalenti alla prima guerra mondiale e a ricordo dei tanti caduti viterbesi. Certamente una rassegna storica, ma che ha una valenza attuale e anche futura. “Impariamo la lezione del passato. Abbiamo bisogno di dialogo, di incontro perché la guerra non è mai una soluzione ai problemi”, ha puntualizzato il vescovo, Lino Fumagalli, rivolgendosi alla affollata platea, ma in particolar modo ai giovani, rappresentati da una folta scolaresca. Un concetto ripreso dal sindaco di Viterbo, Leonardo Michelini: “I drammi del passato, devono servire a trasmettere ai giovani valori condivisi”. Insomma, anche il dolore di una intera collettività può essere utile per la crescita delle nuove generazioni. E la guerra, in questo caso, può servire.

E’ stato il comandante dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, a ricordare le decine e decine di episodi che hanno visto i militi della Benemerita vittime e protagonisti già prima dell’inizio delle ostilità, nei primi mesi del 1915, quando furono impegnati a gestire gli scontri, tutti interni, tra lo schieramento degli interventisti e dei pacifisti. Poi i sacrifici sui vari fronti. “Che – ha insistito il generale – portarono alla definitiva integrazione dello stato nazionale”. “E’ proprio sui fronti di guerra che si fece l’Italia”. E, insieme al sacrificio dei Carabinieri, quello di tanti giovani della Tuscia la cui identità rimane incisa sulle lapidi dei monumenti che sorgono nei vari centri della provincia e che vengono illustrati in un opuscolo distribuito in occasione dell’inaugurazione della mostra che resterà aperta sino a sabato 28 ottobre.

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