Tommaso Ponziani: Bagnoregio e Civita un unicum intriso di ricordi

Il professor Tommaso Ponziani, direttore del Museo Geologico e delle Frane di Civita di Bagnoregio, un museo a cielo aperto che racconta la storia e la lotta di Civita di Bagnoregio per la sua sopravvivenza, descrivendo la storia geologica dell’area, i processi di instabilità in atto sui versanti, le opere di monitoraggio e di stabilizzazione, le frane storiche.

La formazione del direttore Ponziani è partita come studente e diplomato all’Itas di Bagnoregio, diventando docente ordinario della cattedra di Scienze Naturali presso il Liceo Classico Mariano Buratti di Viterbo. Numerosi incarichi lo hanno visto impegnato all’interno della scuola, come collaboratore del preside, coordinatore di corsi di aggiornamento, coordinatore NOP ed Unicef per la Provincia di Viterbo, nonché rappresentante da parte del Dipartimento di Fisica dell’Università la Sapienza di Roma per la divulgazione dell’Astronomia presso le Scuole di Viterbo e provincia. Commissario Governativo, già amministratore del Comune di Bagnoregio è curatore di convegni e mostre ed è impegnato nel volontariato e in diverse associazioni: Asap, Uai, Meic, Geo-Teverina. In quest’ultima come presidente e quindi direttore del Museo Geologico e delle Frane.

Gli ambiti in cui opera all’interno del Museo sono diversi, a cominciare dalle professionalità museali. Per poi essere garante delle attività del Museo nei confronti dell’Amministrazione Responsabile, della Comunità Scientifica e dei cittadini. È responsabile dell’attuazione delle iniziative e delle politiche del Museo, della sua gestione, della conservazione, valorizzazione, promozione e godimento pubblico delle collezioni, nonché della ricerca scientifica svolta dal Museo.

Per lui Bagnoregio e Civita sono un “unicum”. “Un territorio “sviscerato”fin da giovane, intriso di ricordi e incitamenti da parte del Prof. Tecchi per salvaguardare e amare Civita, di sentimenti profondi suscitati da un vissuto intenso con le tante persone con le quali sono venuto a contatto e con le straordinarie bellezze naturali, i ponticelli soprattutto, anche se ora non più fruibili e sui quali ho potuto “scorrazzare” fisicamente e che mi hanno lasciato un’impronta indelebile nell’animo, soddisfatto per tanta bellezza”.

Per questo dall’inizio dell’attività museale, che risale al maggio del 2012, sono state realizzate una serie di iniziative volte a raggiungere obiettivi specifici ma che nella loro globalità hanno cercato di richiamare l’attenzione pubblica sulle straordinarie bellezze naturali di Civita e la sua valle, nonché sulle necessità della sua conservazione nel tempo. Le iniziative principali sono state la pubblicazione di sei numeri del Bollettino Geologico della Teverina; i convegni “Idee per salvare Civita”(31.10.2015), “Un nuovo accesso per Civita”(23.1.2016), “La geologia del Vino nella Teverina”(16.4.2016); l’evento “Civita nel bicchiere, festa della geologia e del vino della Teverina (17.4.2016); le escursioni “Rilevamento geomorfologico di aree in frana”(2.7.2015); “Civita di Bagnoregio, un museo a cielo aperto (18 e 25.10.2015); le collaborazioni con l’Università La Sapienza di Roma per “Sviluppo sostenibile” e infine varie mostre di pittura e archeologia.

Fino ad arrivare a dicembre 2016 con il progetto Bagnoregio Underground, che prevede lo studio dell’acquedotto delle Fontane secche e l’analisi dei dati, l’allestimento di una mostra presso la sala mostre del Museo Geologico e delle Frane con i risultati dello studio e con le informazioni esistenti sugli altri siti ipogei importanti del Comune di Bagnoregio, la gestione di tale mostra per un periodo di tempo indeterminato, la realizzazione di un convegno di presentazione delle attività e la promozione di visite guidate per le scuole al Museo e alla mostra. “Le attività di tale progetto, già iniziate e in corso di realizzazione, si inseriscono in un programma, che l’Associazione Geo-Teverina intende portare avanti, molto più ampio e articolato, volto allo studio, alla documentazione e alla divulgazione delle più importanti cavità ipogee presenti all’interno del territorio comunale di Bagnoregio, caratterizzate da una rilevante valenza storico-archeologica e geologica. La quale riguarda non solo l’acquedotto delle Fontane secche, ma anche l’acquedotto ipogeo all’estremità orientale di Civita, impropriamente noto come “tunnel etrusco”, l’acquedotto del Cannellone nell’area urbana e periurbana di Bagnoregio, le miniere in località Vetriolo, la “grotta dei ghiri” in località Trucinano. L’obiettivo a medio termine è la realizzazione di un percorso turistico-didattico sul territorio alla scoperta di questi siti ipogei che inglobano territori, non solo di Bagnoregio, e frazioni come le “fornaci” presso Vetriolo, i resti fossili di un elefante (Elephas antiquus) presso Castel Cellesi, ma anche insediamenti abitativi protostorici ed etruschi sul Poggio di Sermugnano (Castiglione in Teverina) o quelli di Poggio la Guardia (Graffignano)”.

Già in cantiere per il futuro sono al vaglio progetti tutti rivolti ad educare, per conservare questo straordinario bene paesaggistico che la natura ha donato. “Diversi e concreti progetti abbiamo già in programma per il futuro. Con la Regione Lazio il progetto “Atelier, Arte, Bellezza, Cultura”; con la Società NAIS il progetto ArTek, volto alla conservazione e valorizzazione del Patrimonio Culturale; con l’Università La Sapienza di Roma “Civita di Bagnoregio. Previsione per un futuro sostenibile”, che prevede la costituzione e la gestione di un Data-Base per calibrare gli interventi da effettuare sulla rupe”.

Foto: da sinistra a destra: il Sindaco di Bagnoregio Francesco Bigiotti, il Direttore del Museo Tommaso Ponziani, Maria Letizia Arancio Funzionario Responsabile della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, i geologi del Museo Giovanni Maria Di Buduo e Luca Costantini, gli archeologi Valerio Chiaraluce e Riccardo Tardioli, l’Assessore alla Cultura Valentina Centoscudi

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