Sonja Zantl: una tedesca innamorata del Lago di Bolsena

“Sono innamorata del lago di Bolsena, dalla prima volta che l’ho visto, tanti anni fa. Non riesco a spiegare bene a parole. La superficie dell’acqua, con le diverse luci…Forse perché ha qualcosa dei nostri laghi bavaresi”. A parlare è una bella signora tedesca, Sonja Zantl, che come tanti suoi conterranei ha scelto da diversi anni di risiedere sulle sponde del bellissimo lago dell’Alta Tuscia. “E poi la possibilità che ho qui di vivere a maggior contatto con la natura. I prodotti della terra, la frutta… così semplici, così buoni. Il lago di Bolsena mi ha dato tanto e mi sta dando tanto. E forse per un senso di responsabilità e di gratitudine nei suoi confronti, sento il bisogno di fare qualcosa per preservarlo il più possibile”. Presenza silenziosa e gentile che diamo spesso per scontata, quello di Bolsena è il lago di origini vulcaniche più grande d’Europa. Un lago affascinante e a suo modo delicato ed indifeso. È una bella giornata di primavera: lo specchio d’acqua tranquillo fa da sfondo al nostro incontro con Sonja e con altri due rappresentanti di una nuova associazione che, dal novembre scorso, si occupa della tutela dell’ecosistema lacustre bisentino e delle realtà urbane e rurali che vi si affacciano: il Comitato “B.L.EU. – Bolsena Lago d’Europa”. “La priorità è salvaguardare le acque: il pericolo più immediato e serio è costituito dai reflui fognari e dal dilavamento delle sostanze chimiche che vengono utilizzate in agricoltura”, esordisce Angelo Bertea, presidente del Comitato e agronomo, romano di nascita e vissuto per lungo tempo in Svizzera. “E poi gli scarichi delle barche a motore… La concentrazione di fosforo nelle acque del lago di Bolsena sta raggiungendo livelli molto elevati, causando il fenomeno dell’eutrofizzazione” aggiunge Georg Wallner, psicoterapeuta tedesco e attuale gestore di un’azienda agricola biologica locale, da tempo difensore in prima linea del delicato ecosistema lacustre. “Aumentando il fosforo aumentano anche le specie viventi che se ne cibano, causando la diminuzione dell’ossigeno. Se non si interviene prontamente, il processo potrebbe diventare irreversibile”. In parole povere, c’è il rischio che il lago soffochi. L’attuale sistema di depurazione appare largamente insufficiente. Lo stato di salute del lago di Bolsena ha dato adito di recente ad accese discussioni, dopo i monitoraggi effettuati dalla Goletta Verde di Legambiente, che hanno stabilito la non balneabilità di alcune zone del litorale, e il parere opposto dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA), che invece ha dichiarato eccellente la balneabilità. Tanta discordanza di pareri risiede nella confusione di termini e di concetti: un conto è parlare di balneabilità, che riguarda la costa, un conto è valutarne obiettivamente lo stato di salute ecologico, che riguarda l’intero volume del corpo d’acqua. Purtroppo i monitoraggi documentano l’inesorabilità di un trend negativo, che ha spinto numerosi cittadini italiani e stranieri ad associarsi e ad unire volontà e professionalità a favore della salute del lago, che è patrimonio non solo della Tuscia e dell’Italia, ma anche dell’intera Comunità Europea. “Italiani e stranieri, tutti abbiamo sentito l’esigenza di rimboccarci le maniche e creare questo Comitato che possa difendere il nostro lago, e le realtà fatte di persone che vivono e soprattutto lavorano intorno ad esso” continua Angelo Bertea. “È impensabile sottovalutare il pericolo che corre, e mettere a rischio tutta la sua realtà economica. Pensiamo all’agricoltura, pensiamo all’industria turistica che offre lavoro e indotto in tutti i comuni della cinta lacustre. Un’intero sistema sociale e culturale verrebbe messo a repentaglio. Pensiamo al futuro dei nostri giovani, che trarrebbero occupazione da un lago in buona salute. Ed ecco che l’esperienza europea può essere messa a frutto”. Lo statuto del Comitato “Bolsena Lago d’Europa” prevede un bilanciamento delle nazionalità dei membri che lo compongono. Attualmente il consiglio è composto, oltre che da Bertea e Wallner, da altri quattro membri: un’insegnante tedesca, una giornalista francese, un geografo ambientalista olandese e un italiano, Fabrizio Scialanca, ricercatore presso l’Università degli Studi della Tuscia. Tutti dotati di grandi professionalità, che hanno messo volontariamente e gratuitamente al servizio dell’intera comunità lacustre. “Il Comitato è un’opportunità incredibile per associare personalità del campo scientifico ed istituzionale che sono venute qui per scelta personale, accantonando sterili campanilismi”. Attraverso la forza dell’associazione, il Comitato può rivolgersi direttamente a Bruxelles, affinché la comunità europea eserciti un’azione di sensibilizzazione sugli amministratori locali, circa le diverse criticità del lago. “Pensiamo di creare una rete, una sorta di grande abbraccio tra varie realtà. Contatti con le scuole e con le università, anche straniere, come l’Università di Weimar. Coinvolgere le altre associazioni che operano a favore del lago, dalle ambientalistiche alle sportive. Vogliamo essere una sorta di catalizzatore, di stimolo affinché più attori possano lavorare insieme e con profitto. Abbracciare il problema anche in campo più ampio, nel senso di una rivalorizzazione del territorio, intraprendendo strade positive e soprattutto propositive”, conclude Angelo Bertea. E nei giorni in cui si sta celebrando il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, con i quali venne istituita la Comunità Europea, vale la pena interrogarsi ancora una volta su cosa significhi oggi Europa e soprattutto sentirsi Europei. “Europa è occasione per allargare i confini della propria esperienza ed aprirsi alle esperienze degli altri. Attraverso gli occhi di chi non è nato qui forse si può avere una visione maggiormente obiettiva dei problemi. Insieme si possono trovare soluzioni per tutti”, rispondono i membri del Comitato. Ed è questo il concetto che ci regala oggi l’innocente e magnifico specchio d’acqua di Bolsena: Europa vuol dire insieme.

www.bolsenalagodeuropa.jimdo.com

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