Slow Food Village.” Sapere cosa mangiamo porta al consumo consapevole”

Proteggere il Made in Italy con la legalità dalle contraffazioni e dalle agromafie. È stato il tema del dibattito promosso da Coldiretti e Campagna Amica che ha chiuso domenica 3 luglio la terza edizione di Slow Food Village, nel contesto del Festival Caffeina,dedicata ai legumi nell’anno internazionale dedicato ai legumi indetto dalle Nazioni Unite.
Una edizione che si è caratterizzata per l’affluenza in crescendo dei visitatori a conferma che il cibo unisce e quando è buono lo si cerca e lo si apprezza. Una iniziativa vincente per la coerenza del suo messaggio e della sua mission.E la convivialità della tavola unisce ed aggrega le persone.
L’incontro si è aperto con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del Bangladesh e della nostra concittadina Nadia Benedetti. Tra i relatori, insieme al presidente della Coldiretti provinciale, Mauro Pacifici che nel suo intervento di apertura ha sottolineato la passione e la dedizione che caratterizza i produttori di Coldiretti, ci sono, anche Andrea Baldanza, magistrato della Corte dei Conti, vicepresidente dell’Osservatorio sulle agromafie e capo di gabinetto del governatore del Lazio che conforta dichiarando che oggi c’è una maggiore presa di coscienza del paese agli osservatori sulle agromafie. Il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti ci va giù duro:”Manette per chi falsifica”.Tra i presenti anche Emanuela Viarengo della Commissione legalità di Slow Food.
Le stime più aggiornate ci dicono che la contraffazione, la falsificazione e le imitazioni dei prodotti alimentari italiani nel mondo generano un fatturato illegale di 60 miliardi di euro, arrivando quasi a doppiare quello dell’autentico Made in Italy che nel 2016 punta a superare i 38 miliardi di euro. All’estero il nemico sono le imitazioni low-cost dei cibi nazionali, confezionati in modo tale da richiamare luoghi, sapori e tradizioni della italianità, ma che non hanno legami col nostro paese. Due prodotti alimentari di tipo italiano su tre in vendita sul mercato mondiale sono frutto dell’agropirateria internazionale. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati troviamo formaggi, salumi, vini, olio extravergine di oliva, spumante. Ma la criminalità agroalimentare è anche interna, nostrana, perché spesso i prodotti falsi venduti in Italia sono assemblati e confezionati direttamente sul suolo nazionale. Truffe e inganni a danno delle aziende che operano nella legalità e dei consumatori che nel fare spesa – mancando l’obbligatorietà della indicazione in etichetta della provenienza delle materie prime – sono convinti in buona fede di acquistare prodotti italiani che sono invece fatti con sostanze e ingredienti importati chissà da dove. “Serve un nuovo approccio al cibo-dice la presidente di Slow Food Viterbo Claudia Storcè, sapere cosa mangiamo ci porta ad un consumo consapevole”. Ultimo giorno di una meravigliosa avventura edizione 2016. Chiusura in festa con musica e balli.

Foto.Luciano Pasquini

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