Come scegliere il fotografo del matrimonio

Paola Maruzzi

Le domande sono sempre un bell’inizio e allora lo chiedo a voi: chi rinuncerebbe al proprio album di nozze? I numeri aggiornati del mercato della fotografia ci dicono che la quasi totalità degli sposi desidera immortalare il gran giorno. Persino nei matrimoni a bassissimo budget, foto e filmati non mancano mai, tutt’al più si opta per soluzioni amatoriali (in ascesa), magari chiedendo agli amici giusti di scatenarsi con le loro reflex e fotocamere digitali super accessoriate.

Non demorde, comunque, lo zoccolo duro che si affida a un fotografo professionista, in cima alle priorità organizzative, dopo la scelta della data e a pari merito con le location. Nel viterbese, per i nomi più quotati, ci sono liste d’attese lunghe dieci mesi e più.

Fin qui tutto chiaro, ma allora come orientarsi nella scelta? Il primo passo è capire quale strada imboccare. È bene sapere che sono due le principali alternative: il reportage e il glamour wedding, anche detto servizio di posa.

“Gli sposi che ballano accerchiati dagli amici e l’euforia senza freni del momento. Il fotografo si mimetizza tra gli invitati, non dà direttive, scatta e cattura la spontaneità del contesto: questo è un esempio di reportage. Gli sposi strategicamente posizionati al centro della pista dal fotografo-regista che studia il gioco di luci, calibra i gesti: questo è un servizio di posa”, spiega Mario Caponera, alias lo Scattastorie, 20 anni di portfolio e fondatore di Emotional Photographer a Viterbo.

 

“Non c’è un servizio migliore dell’altro, tutto dipende dalle aspettative degli sposi: da un lato abbiamo l’emozione e l’autenticità con le sue imperfezioni, dall’altro la costruzione di una bellezza impeccabile. Il reportage sta vivendo un momento d’oro, fa tendenza, lo chiedono in tanti ma non tutti sono disposti ad accettarlo in pieno. Affidarsi a un vero servizio di reportage significa non scendere a compromessi, avere il coraggio di mettersi a nudo. A volte anche un neo sulla guancia o una sposa che fuma meritano di essere raccontanti.Perché sono i dettagli apparentemente insignificanti a tessere la trama delle storie d’amore”.

 

Di regola un reportagista fa un uso misurato di flash e luci artificiali e riduce al minimo la post produzione. “È molto importante – continua Caponera – conoscere gli sposi. Prima del matrimonio fisso almeno un paio d’incontri: mi faccio accompagnare nei loro posti del cuore e, passeggiando, scatto. La Tuscia è un privilegio naturale per chi fa il mio mestiere, offre una molteplicità di ambientazioni. Devo dire che negli anni a Viterbo si è affinata l’esigenza di rivolgersi a professionisti. Il nostro settore non ha risentito molto della crisi, le richieste non sono mai calate”.

 

E mentre nel viterbese il mercato si consolida, popolandosi di nuovi talenti, una sguardo ai big del panorama nazionale e mondiale ci fa capire quanto la fotografia da matrimonio sia entrata a pieno diritto nell’Olimpo delle arti. Sono tanti i nomi da cui prendere ispirazione, ne citiamo alcuni che hanno fatto scuola.

 

Daniele Vertelli

Toscano, riconosciuto come miglior professionista dell’anno dall’Agwpja, l’associazione mondiale dei fotogiornalisti di nozze. Fino a qualche anno fa faceva il panettiere, oggi i suoi scatti con luce naturale sono tra i più gettonati d’Italia.

 

Cristiano Ostinelli

Basato a Como ha girato il mondo in veste di wedding photographer e fotoreporter (celebre un suo lavoro in in India, con un progetto pubblicato su 40 riviste internazionali). Tiene workshop in giro per lo Stivale.

 

Carlo Carletti

È il primo fotografo di matrimoni al mondo ad aver ricevuto il titolo di Leica Ambassador. Molto ricercato dagli stranieri, ha tra i suoi principali riferimenti Gianni Berengo Gardin. I suoi lavori sono stati raccolti in una monografia edita da Marsilio.

 

Oreste Pipolo

Morto nel 2015, ha ispirato una generazione di professionisti partenopei. Definito da Ferdinando Scianna “lo sciamano delle spose”, è stato protogonista di un reportage di Matteo Garrone grazie al quale il regista Marco Bellocchio girò “Il regista di matrimoni” con Sergio Castellitto.

 

Emin Kuliyev

Newyorkese e pluripremiato, ha inventato uno stile completamente nuovo. Per lui ogni matrimonio è un viaggio, una caccia al tesoro. Definisce il suo lavoro come quello di un’ape che vola intorno al fiore.

 

Susan Stripling

Basata a New York City e Philadelphia, ha fotografato matrimoni negli Stati Uniti, in Sud America, Finlandia, Francia, Caraibi, Bahamas e Grecia. L’American Photo Magazine l’ha inserita nella top ten dei migliori fotografi di matrimoni. Insegna la sua arte attraverso Creative Live, popolare piattaforma di formazione online.

 

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI