Renzo Stucchi: perché ho lasciato Cacharel per una Casa sull’Albero

Renzo e Rosella Stucchi

Ci vuole un pizzico di follia, tanta passione per la campagna, la zampa di un cavallo e il balzo di una pantera per lasciare il centro di Milano, l’incarico da amministratore delegato di Cacharel e costruire case sugli alberi nella Tuscia. Eppure Renzo Stocchi con la moglie Rosella hanno osato e oggi sono una realtà, ad Arlena di Castro, che riempie riviste patinate e programmi televisivi sulle bellezze d’Italia.

Tutto è cominciato con l’amore per i cavalli: un amico porta Renzo a Tuscania e lì scatta il colpo di fulmine. Così l’ad della casa di moda francese decide di dire basta ad aerei, hotel a cinque stelle e ristoranti blasonati per una vita agreste. Ma la dimora adocchiata è un osso duro e l’affare sfuma. Si presenta un’altra opportunità, una tenuta abbandonata dagli anni ’30: un casale della fine del Settecento, immerso in 40 ettari, con un uliveto di ben 1800 piante. I proprietari sono cinque, tre dicono sì, ma restano due cugine da convincere, vivono a Milano. Le due signore hanno un’attività legata agli animali e dopo i cavalli, che hanno portato Renzo a Tuscania, ora sarà una pantera, ricercata per una sfilata, a far incontrare Renzo con le proprietarie di Arlena: si capiscono al volo e l’affare si fa.

Da qui parte tutto. Era il 1999. Renzo capisce che la campagna non è un gioco. E così nel suo curriculum, già avvezzo ai cambiamenti di percorso, con dieci anni da pasticcere, e una ventina nella Moda come grande manager, riparte dal basso e si mette a studiare grazie a un corso promosso della Provincia di Milano per diventare imprenditore agricolo. Sei mesi per prendere confidenza con la terra. Il nome della tenuta è già una promessa :LA PIANTATA, che nel dialetto locale sta a indicare la terra con più piante. Oltre agli ulivi c’era il grano e allora Renzo affida al fattore la coltivazione, ma a conti fatti, da tutto quel lavoro non resta nessun guadagno.

Ma La PIANTATA vanta un altro primato: nei suo campi troneggia la quercia più antica d’Italia. il suo tronco è 4,7 metri di diametro, 52 metri è la chioma (è servito un intervento esperto per contenerla a 30 metri). E da quella pianta maestosa, Renzo ritorna con la mente e con il cuore a quando da bambino si fece costruire un casa sull’albero dal padre. E dunque perché non farlo qui?  Voleva realizzare un relais de charme? E quale nido può essere più accogliente di una casa su una quercia secolare? Torna utile il suo soggiorno in Francia, le conoscenze: un architetto, Alain Laurent che ha progettato più di 350 case sull’albero in tutta Europa. Sarà lui a realizzare la prima in Italia, quella della Piantata: 45 metri quadrati sospesi a 8 metri d’altezza con sotto una distesa blu di lavanda: 120mila piante che danno vita alla produzione biologica più grande del territorio.

Ma essendo in Italia, in questa storia di sfida, fascino e romanticismo, non poteva mancare la carta bollata. Una parentesi di un anno con tanto di sigilli del Corpo Forestale, una causa vinta, e la voglia di non arrendersi. Oltre alla casa sulla quercia arriva un altro loft, questa volta più grande, sono 87mq, costruito su palafitte di legno per le nuove normative antisismiche. La Suite Bleue è di 44 metri quadri in tutto, divisi in camera con letto a baldacchino, terrazza e bagno. La seconda, “Black Cabin” ha un piano doccia chiuso da lastre trasparenti e una grande vetrata sul fondo della stanza che si affaccia sui rami del pino. Di giorno si vede il mare di Tarquinia.

Oggi per prenotare un fine settimana alla Piantata bisogna aspettare ottobre 2016: prima è tutto esaurito (390,00€ a notte). Durante la settimana si è più fortunati, basta attendere sino a primavera. Renzo racconta che sono le donne le più romantiche, sette volte su dieci sono loro a scovare questo angolo di paradiso e a fare un regalo-sorpresa al proprio compagno. Una piccola casetta in legno funge da portavivande all’esterno, la privacy degli ospiti non viene mai disturbata: dalla mattina alle 8 la colazione è pronta nella casettina volante, quando se ne ha voglia, basta tirare una corda e far arrivare le vivande al piano: la colazione è servita. C’è chi arriva perfino dall’Australia, per passare una notte tra i rami, poi ci sono gli habitues, che tornano ogni anno, e c’è anche chi ha dato disposizione di essere avvertito anche all’ultimo momento, quando c’è qualche rinunciatario, per approfittare di una notte speciale.

Rimpianti di aver lasciato Milano? Né Renzo né Rosella ne hanno. Dicono di aver trovato il loro paradiso e non è difficile credergli. Un buon libro, la musica di sottofondo e questo panorama, racconta Renzo, dopo aver girato il mondo, io non posso chiedere di meglio.

Ma il sogno di Renzo non è finito: la prossima tappa un percorso wellness nell’uliveto. Sarà una Spa su palafitte di legno….. il nido si allarga e il sogno si fa sempre più grande.

Guarda l’Agriturismo La Piantata

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