RACCONTI BREVI/Se non vedo non credo

viterbo photo by Megan Nanna

<<Ti sembra il momento buono per prenderci per il culo?>>.
Un uomo robusto, con i fianchi un po’ troppo larghi in confronto alla parte superiore del corpo, si distacca dal gruppo e fa due passi avanti. Dice: <<Sei solo un ubriacone, se conosci la verità dilla, altrimenti sta’ zitto>>, stringe i pugni allargando le braccia, esaltando la sua corporatura a forma di pera. L’uomo ubriaco stringe la bottiglia e rimbocca l’esofago di vino, c’è ancora metà bottiglia, dice: <<Che cazzo ne so io, fattela una risata>>. L’uomo a forma di pera fa un altro passo in avanti, dice: <<Sta attento a quello che dici, sei solo contro un bel po’ di gente>>.
<<Sei sicuro di avere compagnia?>>.
L’uomo a forma di pera si volta e guarda le persone alle sue spalle: tutti sono assorti e interessati, ma nessuno sembra intento ad assecondare la sua iniziativa. Dice: <<Non importa, posso pensarci da solo>>.

<<Tu fa un altro passo e ti spacco la bottiglia in testa.>>.

La ragazza dalle chiappe sode si allontana. Le cose si stanno mettendo male. Torna al bordo del marciapiede, nel punto in cui prima si è scontrata con l’uomo ubriaco. La busta della spesa è ancora lì. La raccoglie: manca il vino, ma la ventresca, il pangrattato, le verdure, e le uova ci sono ancora. Sente rumore di vetro infranto e sussulta. L’uomo a forma di pera è in ginocchio e ha una mano sulla fronte, un rivolo di sangue gli cola sul viso. L’uomo ubriaco è chino su di lui, ha il beccuccio della bottiglia rotta in mano. Dice: <<Io te l’avevo detto>>, poi se ne va, passando in mezzo alle persone che si scansano per fargli spazio. Sono spaventati ma rimangono sul posto. La donna dalle chiappe sode si avvicina. L’uomo a forma di pera si è alzato in piedi e tampona la ferita con le dita; appoggia la mano qualche secondo sulla fronte e la stacca per controllare la coagulazione. Non è niente di grave. Le persone iniziano a parlare tra di loro: <<Forse è davvero la guerra, dovremmo dargli ascolto>>, dice uno. <<Ma scherzi? Non l’hai visto, è ubriaco e pericoloso, c’è il diavolo in lui,>> risponde una signora anziana. <<Forse è un’arma batteriologica>>. <<Gli alieni>>. <<Sono le scie chimiche>>. <<È un complotto, vogliono frustrare la popolazione>>. <<Un mio amico dice che una volta un UFO ha provato a rapirlo>>. <<Non credere a queste cose, sicuramente è una cosa tipo Matrix, una tecnologia ultramoderna della Nasa>>. <<Quando ero giovane queste cose non succedevano, gli uomini stanno scontando le loro colpe>>. <<Sono stati quei colpi, lo sappiamo tutti, è probabile che sia la guerra davvero, lui magari mente, ma potrebbe essere un attacco terroristico>>. <<È il multiverso>>. <<Il multiche?>>. Tutti sanno che uscendo dalla piazza ci si teletrasporta nell’entrata frontale. Tutti ci credono, molti di loro hanno provato sulla pelle e visto con i loro occhi. Gli esseri umani credono a quello che vedono, anche se non sanno perché, ed è quella la loro parte, riempire quello che rimane.
La ragazza dalle chiappe sode si avvia verso casa, busta in mano. Secondo piano nel palazzo dell’alimentari. È pomeriggio pieno.

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Photo by MEGAN NANNA This is Megan’s blog   https://mnanna93.wordpress.com/

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