Perfetti sconosciuti: l’altra parte di noi in uno smartphone

perfetti sconosciuti

Un tema scottante: la nostra privacy affidata ad uno smartphone, un bel cast e una comica ironia dal risvolto amaro, sono gli ingredienti che il regista Paolo Genovese ha portato sul grande schermo in una commedia italiana  piacevole e realistica.

“Perfetti Sconosciuti”, questo il titolo del film, riesce a far emergere con disinvoltura tutti i problemi  che in vario modo feriscono  le famiglie moderne. Il rapporto conflittuale tra mamma e figlia, la presenza degli anziani in casa, il disagio per un gay di fare auting con amici e parenti, l’ipocrisia nelle amicizie, le relazioni  extraconiugali da mantenere “segrete”.

Tutta la pellicola si svolge a casa di Rocco ed Eva, (Marco Giallini e Kasia Smutniak) che hanno organizzato una cena con amici di vecchia data  per ammirare, romanticamente insieme dal terrazzo, un’eclissi  lunare. Dall’idea di Eva di invitare i commensali a tenere in evidenza sulla tavola ciascuno il proprio cellulare, per inscenare una specie di gioco della verità, emergono pian piano i lati oscuri dei singoli personaggi. In un crescendo che va dall’amarezza all’ira.

Anche il ritmo del film è ben dosato. Nel momento in cui la serata volge al peggio, legami d’amore e di amicizia appaiono spezzati, arriva un finale a sorpresa che riporta tutto alla “normalità”.

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