Ordinanza anti -movida. GD: “Emergenza sicurezza no con il proibizionismo”

Riceviamo e pubblichiamo:

Apprendiamo dell’imminente reintroduzione, su ordinanza comunale, del divieto di vendita di alcolici nei locali del centro storico a partire dalla mezzanotte, che prevede sanzioni amministrative per chi bevesse o vendesse bevande oltre l’orario consentito.
Non si può pensare di risolvere l’emergenza sicurezza di questa città ricorrendo al proibizionismo. Riteniamo che la misura sia miope e ingiusta, da una parte perché è impensabile garantire l’ordine pubblico solo con i divieti, dall’altra perché scarica sui gestori dei locali e sugli avventori un problema che sarebbe compito della Prefettura, del Comune e della Questura prevenire.
Con un centro storico in crisi anche per la mancanza sostanziale di forme di intrattenimento, porre un ulteriore veto all’aggregazione giovanile alimenterebbe l’insoddisfazione e allontanerebbe i cittadini piuttosto che avvicinarli. Invece che ridare ossigeno al turismo – di cui un borgo unico come Viterbo potrebbe e dovrebbe vivere – minacciare sanzioni generaliste distoglierebbe tanti abitanti e turisti dal godersi la meraviglia della nostra città di notte, terrorizzandoli, privandoli di libertà. Oltre ad essere un’ulteriore freno alla ripresa economica da una crisi che ha vessato, in particolar modo, gli esercenti del centro.
Auspichiamo che gli organi preposti tornino sui loro passi e si rendano conto della tragica situazione in cui versa l’universo giovanile viterbese: sono totalmente assenti luoghi di aggregazione sociale, di ritrovo e di promozione culturale; a questa funzione stanno assolvendo da moltissimo tempo i bar, specialmente al centro.
Credere che sia vietando alle persone di stare insieme condividendo un bicchiere un modo efficace per riportare l’ordine equivale a nascondere la testa sotto la sabbia.
Chiediamo alle Istituzioni tutte e specialmente al Comune, nella figura del Sindaco e dei Consiglieri, di porre attenzione a queste istanze e sanare finalmente il vuoto culturale e sociale, che sta soffocando i più giovani cittadini del capoluogo.
In quanto organizzazione giovanile ci poniamo come interlocutori per avviare un progetto organico, condiviso e a lungo termine.
Smettiamo di adottare semplici soluzioni restrittive, iniziamo a parlare di sviluppo e rinascimento culturale per questa città.

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