“Mediterranean Landscapes”: paesaggio e cultura senza confini

“Il paesaggio è memoria, di quello che l’uomo è stato in un determinato territorio. Il paesaggio parla del presente dell’uomo, delle sue attività e del suo pensiero. E ha già in sé le basi di quello che potrebbe e dovrebbe essere il suo futuro”. Le parole del sindaco di Viterbo Leonardo Michelini hanno suggellato questa mattina la presentazione alla stampa del progetto “Mediterranean Landscapes”, a Palazzo dei Priori. Un progetto promosso e curato da Arci e Cantieri d’Arte, la piattaforma-laboratorio di arte pubblica che da sempre indaga sul rapporto arte-città. “Il progetto prevede diverse fasi e molte partecipazioni internazionali” ha esordito Marco Trulli, curatore di Cantieri d’Arte. “Si inserisce nel quadro dei programmi di residenze di artisti che ha già coinvolto sedi come Civita Castellana e Civitella d’Agliano”. Giovani artisti provenienti dalla Slovenia, Lituania, Tunisia e Belgio risiederanno a Viterbo dal 20 al 30 ottobre, e saranno coinvolti in esplorazioni e incontri con la comunità locale, con architetti e urbanisti, per un’indagine a tutto tondo sul rapporto tra immaginario collettivo e paesaggio e sul modo di vivere lo spazio pubblico in diverse zone del Mediterraneo. Il progetto prevede diversi incontri che si svolgeranno allo Spazio Attivo Bic Lazio, al Biancovolta di via delle Piagge e all’Università degli Studi della Tuscia. Parteciperanno tra gli altri l’antropologo Franco La Cecla e l’artista Massimo Mazzone. Un’attività di osservazione e rilettura dei territori attraverso gli occhi di artisti di altri paesi. “Perché l’artista in quanto tale è in grado di mostrare per primo le tematiche del paesaggio”, ha aggiunto l’assessore viterbese alla Cultura Delli Iaconi. Ci si interrogherà sul modo in cui il paesaggio modella la nostra immaginazione, e quale sia oggi la nozione che si ha del mar Mediterraneo, alla luce di avvenimenti come i flussi migratori da un lato, e i flussi turistici dall’altro. Il risultato sarà quello di realizzare un progetto collettivo di riflessione sui cambiamenti che stanno avvenendo nel paesaggio mediterraneo, e cercare di immaginare, attraverso la lente dell’arte, nuovi paesaggi dove lingue, alfabeti e geografie diverse possano coesistere, in quello che è definibile come uno dei più complessi ecosistemi culturali e umani al mondo. Un ecosistema in cui l’Italia è stata ed è tutt’oggi un importante cardine. “Il Mediterraneo è esso stesso un paesaggio, e porta con sé le tracce della nostra storia. E il presente del Mediterraneo è fatto anche di avvenimenti tragici. La casualità della nostra nascita ci ha portato a vivere su sponde più fortunate, e questo deve renderci più disponibili e più aperti nei confronti di diverse culture che, affacciandosi sul nostro stesso mare, hanno vissuto e vivono situazioni drammatiche” ha continuato Michelini. All’incontro ha partecipato anche Carlo Testini, di Arci nazionale, Laura Lecce e Fabrizio Vatieri, del collettivo Pelagica, e Federica Candelaresi, segretaria della Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo (BJCEM), un network che favorisce la mobilità e la promozione di artisti provenienti dalle diverse rive. “La Biennale sostiene il progetto Mediterranean Landscapes anche perché sarà un modo per superare barriere e paure che in questo momento sono molto forti”.

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