Mastro Cencio e l’arte dei Falisci: il presente che rivive nella storia

Mastro Cencio e l’arte dei Falisci: il passato che sopravvive nel present

Entrando nella bottega di Vincenzo Dobboloni, in arte Mastro Cencio, si ha la sensazione di essere catapultati indietro nel tempo, nell’antica Falerii Veteres abitata dalla civiltà Falisca. Anfore e tazze in terra nera e rossastra, vasellame e oggetti decorativi invadono il piccolo ambiente avvolto da pareti tufacee, in un connubio tra passato e presente. Per Vincenzo  il suo paese è talmente importante, il suo legame con esso è quasi morboso, al punto di trasformare la sua dote artistica in uno strumento per riportare in vita l’arte e la cultura delle origini, per omaggiare la sua cittadina meravigliosamente piena di storia.

Vincenzo ricorda quando da piccolo il padre gli raccontava di suo nonno che, oltre a raccogliere la legna, procurava la sabbia nera dal Rio Treja e l’argilla dalle cave di Ponzano per consegnarle alle fabbriche ceramiche del luogo, che le utilizzavano per la costruzione delle caselle per i piatti in ceramica. Il nonno di Vincenzo conosceva bene le materie prime della sua Civita. Era la sua casa, il luogo nel quale era nato e cresciuto e per il quale conservava un amore smisurato. Un affetto trasmesso a Vincenzo, che fin da bambino  ha iniziato ad interessarsi alla cultura e all’arte del territorio, passione che è cresciuta giorno dopo giorno e che l’ha portato a riprodurre copie di opere e oggetti in ceramica della cultura passata dei Falisci, popolo di cui Civita Castellana è stata la capitale nell’epoca preromana, con la volontà di ricostruire e raccontare l’identità della sua comunità.

L’arte per Vincenzo è indispensabile, come respirare. “È una delle mie principali ragioni di vita, senza di essa non saprei come esprimermi. Le mie opere sono come figli”. La passione per l’arte della sua terra, lo studio e la ricerca delle materie prime, il rispetto per il territorio traspare in tutte le sue creazioni. Le sue opere sono il riflesso degli antichi metodi e degli usi dell’arte nei tempi passati. Il suo è un lavoro certosino. Dietro ai suoi manufatti c’è una profonda ricerca della forma e dello stile pittorico, dell’impasto e della cottura utilizzati all’epoca, che consente ad ogni particolare di essere fedele allo stile del periodo falisco.

Questo perché Vincenzo adora l’arte Falisca, e come afferma lui stesso “ogni qualvolta ne riproduco un manufatto, mi sembra di fare un balzo nel passato”.

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