Massimiliano Mascolo: col cuore in viaggio tra gli stadi di una volta

massimiliano mascolo

Al viaggiatore che, uscendo dalla superstrada Orte-Civitavecchia, si dirigerà verso le antiche mura medievali della città, si aprirà sulla destra, dopo un paio di chilometri, la vista dell’antico stadio calcistico della città. Aperto oltre ottanta anni fa, colpito dalle bombe della guerra, usato come ricovero per i senzatetto, ha goduto di eccezionali attenzioni a fine anni sessanta con la dotazione di un tappeto erboso di straordinaria qualità, mantenuto tale per quasi quarant’anni finchè il tempo e soprattutto l’incuria non lo hanno duramente colpito. Lavori sulla carta migliorativi di recente esecuzione hanno stravolto le antiche architetture e reso l’impianto uno stadio dimezzato. Scomparsa una tribuna, dove spesso si appollaiavano le anime più veraci del tifo locale, sono sorte due smisurate gradinate di curva che risultano semivuote anche nelle occasioni più propizie per il calcio locale, dall’architettura forse avveniristica ma francamente bruttine. Unica cosa rimasta agli anni ’70 è sicuramente lo stato delle latrine, veramente penoso. L’autore di questa modesta guida ricorda con nostalgia i tempi in cui le formazioni delle squadre si chiedevano direttamente agli allenatori delle squadre, e il pre-partita con gli altri colleghi giornalisti risultava spesso più divertente della partita stessa.

Ora il viaggiatore raggiunga l’antica Porta Fiorentina, e segua la strada che piega dolcemente a sinistra. Dopo pochi metri troverà un passaggio a livello: lo superi e svolti a sinistra, imboccando la via Teverina, un tempo strada di collegamento a poetiche zone di campagna, ora stretto budello quasi sempre intasato dal traffico. Percorrendo la via, sulla destra, si scorgerà la zona sportiva detta di Santa Barbara. Una clamorosa occasione perduta dalla città per creare un complesso sportivo di prim’ordine senza faticare granché. Là si trovano aggruppati una serie di impianti sportivi (stadio dell’Atletica Leggera, stadio del Rugby, stadio del Baseball, oltre ad alcuni campi privati), e sarebbe bastato piazzare un paio di cancelli, abbattere qualche recinzione, illuminare tutta la zona (che fino agli anni ’80 gli atleti condividevano con coppiette in cerca di privacy e ardenti praticanti del sesso a pagamento) ed utilizzare a mo’ di uffici un antico rudere di casale, più volte inutilmente richiesto alla bisogna dalle società sportive. L’unico manufatto brillantemente restaurato è proprio tale stabile, ora impiegato come casa di abitazione, mentre i vari campi sportivi della zona vivono di pietosi ma non proprio solleciti rammendi, che forse non ne deturpano le ormai stagionate architetture ma rendono assai precaria l’attività dei frequentatori. L’estensore di queste note rimembra le splendide giornate in cui, per cercare aria pulita lontano dagli affanni e le truffe dello sport “professionistico”, si rifugiava in questi impianti per vivere lo sport come i veri amatori e cercare di coglierne l’essenza.

Ritorni il nostro viaggiatore verso la città, si lasci sulla sua destra il passaggio a livello già incontrato, mirabile residuo dell’epoca delle littorine, e si inoltri nei quartieri che si ergono verso sud e i monti cimini. Con un po’ di fortuna, stante la non abbondante segnaletica, potrà scoprire un altro esempio di consistente agglomerato sportivo, formato dal palazzetto dello sport, dalla piscina, da una palestra privata e da una pista di pattinaggio, anch’essa privata. Fino a poco tempo fa c’era anche un campo di calcio, dove l’autore di questa modesta guida mosse i suoi primi e per fortuna anche ultimi passi nel mondo del football: ora il campo è stato assorbito dal progetto di una serie di palazzine che vengono magnificate come ecologiche. Rischia di fare la stessa fine del campo di calcio anche il palazzetto dello sport (anno 1983), corroso dall’umidità, maldestramente assemblato con finestroni che mal si combinano con i dettami della impiantistica sportiva di ogni epoca, da sempre afflitto dal problema di un riscaldamento costoso e inefficiente. Raderlo al suolo e farlo altrove? Chissà se i nostri discendenti saranno di questo avviso, per il momento basti al turista mordi e fuggi sapere che tra quelle quattro mura si sono svolti epici duelli di pallacanestro, maschile e femminile, in tempi belli quando il danaro scorreva e soprattutto veniva speso bene. Duelli che lo scrivente non dimenticherà mai.

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