Marco Trulli da Viterbo a Milano: La sovversione del sensibile.

marco Trulli

Marco Trulli, Viterbese d’adozione in quanto laureato alla facoltà di Conservazione e Beni Culturali di Viterbo, collabora dal 2006 ad un progetto d’arte pubblica denominato “Cantieri d’Arte“, il cui intento è il riattivare un coinvolgimento dinamico tra arte e città  attraverso l’arte contemporanea come strumento d’indagine.

Marco è sempre molto  impegnato nel territorio dell’alta Tuscia, in quanto presidente di Arci Viterbo per il quale svolge progetti culturali, e per il suo ruolo da rappresentante ufficiale di Arci Lazio alla Biennale de la Mediterranée; ma dal 5 Dicembre all’11 Gennaio 2015, si è spostato a Milano, dove ha curato una mostra organizzata dall’associazione Bjcem. Bjcem è un organizzazione indipendente, e stà per “Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo“, fondata a Sarajevo nel 2001; essa opera con lo scopo di creare nuove opportunità per i giovani artisti di produrre e mostrare le loro opere.

A Milano, Marco, ha curato una mostra intitolata “La sovversione del Sensibile“, la quale presentava una selezione di opere di nove artisti che avevano partecipato alle varie edizioni de la Biennale dei Giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo. Tra i tanti,ne ricordiamo alcuni: Gian Maria Tosatti (Italia), Didem Erk (Turchia), Haled Jarrar (Palestina). La loro arte, si serve di vari strumenti, che sembrano indagare il rapporto tra politica e poesia; non solo quadri o sculture, ma anche video, installazioni, fotografie e ricami.

La mostra infatti trae origine dalle tesi di Rancière Jacques, “L’Estetica del disaccordo“. Jacques ritiene infatti che arte e politica siano prettamente legate, anche se esse alla fine guardano ad un oggetto da due lati opposti. L’estetica di Rancière non si occupa direttamente  del “pensiero delle arti”, ma : <<..delimita spazio e tempo, visibile e invisibile, discorso e rumore, e nello stesso tempo determina il luogo e lo scopo della politica come forma dell’esperienza>>. Inoltre, nel suo “La distribuzione del sensibile“, Rancière, compie una lettura critica di quelli che sono i regimi d’informazione.

Lo spazio pubblico, è l’arena del sociale; da esso parte tutto. Ispira, limita, fa ammalare, guarisce; le sue strutture condizionano la struttura fisica dell’uomo. Uomo e ambiente esterno si condizionano e l’ arte come sempre si preoccupa di narrare tutto ciò nelle sue più svariate forme.

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