Marco Minniti a Viterbo: la minaccia del terrorismo è irriducibile

Sicuri contro il terrorismo”. Titolo della seconda ed ultima sessione della due giorni organizzata alle Terme Salus di Viterbo dal Centro Studi Aldo Moro. Un titolo che magari manca di un bel punto interrogativo. Perché, alla luce di quanto emerso dalla tavola rotonda, sicuri non siamo e non dobbiamo essere. A farlo intendere chiaramente tre illustri esponenti del vertice cui è affidata, appunto, la nostra sicurezza: il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il capo della Polizia Franco Gabrielli, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio e Sicurezza Pubblica Marco Minniti. Moderatore Giuseppe Fioroni che della Commissione Moro è il presidente. Sold out al salone delle Salus. Gente in piedi come nella giornata precedente: meno colore, atmosfera decisamente più sobria. Certo ha sbagliato chi il meeting ha disertato.

Se la domanda è: siamo sicuri contro il terrorismo? La risposta è no. Il capo della Polizia non usa ghirigori dialettici: “Siamo dentro a una minaccia che non è di oggi e non finirà in tempi brevi. Una minaccia duratura che implica un prezzo che dovremo pagare anche se non dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere. Dovremmo forse non usare più l’auto perché lo scorso anno ci sono stati 3.400 morti sulle strade? Anche perché alla fine, sono sicuro, che vinceremo noi”.

Più istituzionale ma ugualmente efficace Marco Minniti: “La sicurezza è un patrimonio nazionale che va difeso da tutti e non può essere oggetto di battaglie politiche. La minaccia che arriva dall’Islamic State è irriducibile, imprevedibile e mira a colpire emotivamente l’opinione pubblica per destabilizzare le istituzioni democratiche. E’ avvenuto così recentemente a Dacca (dove è rimasta vittima la giovane viterbese Nadia Benedetti, ha interloquito solo per un attimo Fioroni) allorché i terroristi hanno immediatamente postato le immagini del massacro con l’evidente scopo di spargere il terrore”.

Ovvio c’è anche un problema di integrazione. Lo ha rilevato lo stesso Minniti spiegando che gli autori delle stragi in Europa erano residenti, quando non nativi, del Continente. Il procuratore Roberti ha portato l’esempio di Salerno come modello da seguire; Fioroni ha denunciato invece come comportamento negativo “le barricate che sindaci, anche di centro-sinistra, hanno innalzato per impedire l’arrivo di una trentina di immigrati”. Attenzione però anche a governare con oculatezza l’immigrazione. “Solo il 5% di chi arriva in Italia è effettivamente nella condizione di rifugiato politico mentre nel 75% dei casi si tratta di migranti economici. E’ necessario applicare l’accoglienza, ma spaventa spesso l’approccio buonista”, ha avvertito Gabrielli. “Solidarietà e sicurezza sono due facce della stessa medaglia – secondo Minniti – e la prima va coniugata con la seconda. Certo la partita non si gioca esclusivamente in Italia, ma oltre i Confini”.
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