LO SCAFFALE/Antropometria

antropometria

Una buona dose di fantasia condita a uno stile aggressivo e tuttavia efficace. Paolo Zardi, che negli ultimi anni ha pubblicato anche altri libri, in questa sua serie di racconti uscita nel 2010 mette la penna a servizio di storie l’una diversa dall’altra, accomunate forse unicamente da una parola: “frantumato”. Che siano uomini o donne, giovani o meno giovani, i protagonisti dei racconti brevi di Zardi si trovano inaspettatamente a dover affrontare una crisi più grande di loro. Esistenziale, amorosa, lavorativa, frutto di un incidente, di una malattia, di una pazzia, di rapporti unti di grasso emotivo eccedente…

Quello che più colpisce però è il modo in cui l’autore penetra questo lato oscuro. Lontano da prospettive consolatorie o facili colpi di scena, descrive con minuzia le condizioni di una vita “alterata”, lontana da una quotidianità leggera e sfuggente. Lo stile e il linguaggio rispondono a queste sollecitazioni in vari modi: talvolta Zardi ama “perdersi” in lunghe frasi subordinate che si agganciano all’evento principale; in altri casi ricorre a dialoghi filosofici o surreali; altre ancora infarcisce il racconto con trovate splatter; infine non si nasconde dietro le maschere dei suoi personaggi ma scrive in prima persona…

Se come è scritto sul risvolto di copertina, l’autore ‒ tra l’altro un ingegnere ‒ scrive solo in treno, particolare luogo dove la solitudine è in perenne movimento, e ascoltando musica, disposto dunque a ricevere molti stimoli, c’è da star sicuri che non manca un’abbondanza di contenuti nei suoi libri…

che poi non tutti arrivino fino al lettore, questo è un altro discorso…

«E in questo racconto cosa succede? Anzi, parlando come parli tu: qual è l’oggetto?».

«Non lo so ancora. Spesso l’oggetto di un racconto lo scopre alla fine anche chi scrive. Forse si tratta semplicemente di un racconto di servizio. Qualcosa che spezzi il ritmo quando questo diventa troppo sostenuto. L’hai detto tu che i miei personaggi sono pieni di disperazione. Una bella storiellina, con due persone normali che parlano del più e del meno ‒ anzi che parlano proprio di racconti. Lui sta cercando di mettere insieme una raccolta e si trova a riflettere su quello che sta facendo. Potrebbe essere un modo per far passare una particolare maniera di vedere la scrittura».

«Cosa direbbe?».

«Prima di tutto direbbe che non è facile. Scrivere è faticoso. Continua ad insinuarmi mille dubbi».

«Però tu dici che ti piace».

«Lo farei dire anche al protagonista del racconto. Scrivere è una delle esperienze più divertenti che esista. Ma ad ogni parola che si scrive, l’obiettivo si sposta un metro più avanti…».

Paolo Zardi, Antropometria, Neo Edizioni, 2010, 13 euro

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