Lo Scaffale/ “Il Grande Marinaio” il romanzo di Catherine Poulain

“L’Alaska è da sempre legata ad un’immagine mitica, a una grande terra vergine con spazi enormi, a un paese selvaggio, quello di Jack London e dell’ultima frontiera. L’Alaska è terra di frontiera. Point Barrow è il punto più a nord. Un sogno per Lili poter raggiungere quell’estremo lembo di terra. Lili è la scrittrice Catherine Poulain, una che fugge dalla vita, come conferma nel suo romanzo autobiografico “IL GRANDE MARINAIO”. “Non voglio più morire di noia, di birra, di una pallottola vagante. Di infelicità. Me ne vado.” S’imbarca sulla “Rebel” un peschereccio del mare del Nord, anzi come scrive: “sono stata adottata”. Li conosce Jude “il grande marinaio”. Inizia cosi la sua storia di pescatrice, di merluzzi, halibut, granchi. Nella vita reale si fermerà in quella terra di frontiera per ben dieci anni, ora vive in campagna allevando e curando una vigna. Una vita durissima quella del pescatore nei mari del Nord dentro una natura che soverchia l’uomo sia nella calma sia nella tempesta. Li conosce molti pescatori, con le loro vite ingarbugliate, divise tra la ricerca continua di un imbarco, dove li attende freddo, fatica e un mare che non perdona gli errori, poi quando scendono a terra altre insidie, li attendono, alcol e droghe. Difficile sopravvivere in un ambiente cosi ostile, specialmente per una donna minuta come Lili, ma con una volontà di ferro. Vuole ad ogni costo essere una brava pescatrice per riprendersi l’unica vita che ha. Su una barca si condivide tutto e consideri gli altri come fratelli, e sei membro una famiglia. Il Romanzo a volte ti colpisce come un’onda gelida del mare del Nord, nel contempo ti commuove, quando parla della condizione umana, messa a dura prova dalla vita. Catherine Poulain è una donna minuta con mani segnate dal duro lavoro, una faccia solcata da profonde rughe, con due profondi occhi verdi, e una vita avventurosa. Della sua opera prima dice: “Quando si sta tanto tempo in un posto come l’Alaska- ci si abitua alla solitudine, è difficile e bellissimo, ma il problema è tornare indietro, è davvero complicato, ma affascinante allo stesso modo perché può essere un buon modo per superare i propri limiti-Un posto magico dove arrivare per vedere cosa c’è dopo”. Bisognerebbe adottare questa frase come filosofia di vita”.

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