L’incontro “Dante, nostro contemporaneo” fa il pieno

Diego Galli

Presso le sale del Museo della Ceramica di Palazzo Brugiotti si è svolto un incontro/conferenza a tema dantesco. L’evento, organizzato da La Casa della Cultura, ha visto il prof. Marco Grimaldi, dantista e docente di Filologia presso l’Università della Sapienza di Roma, condurre la nutrita platea attraverso un viaggio tra presente e passato.

Partendo dal suo piccolo saggio “Dante, nostro contemporaneo”, il professore ha sollevato questioni in grado di spronare le persone di oggi a continuare a leggere la Divina Commedia, sottolineando, però, come sia assurdo tentare di attualizzare tale figura ai nostri giorni.

Nonostante tra le tematiche affrontate dal Sommo poeta vi siano molte analogie con il mondo di oggi – come il concetto dell’amore dantesco che, secondo lo stesso professore, non dovrebbe essere visto come troppo “distante” dall’ideologia dell’amore moderno – non è possibile pensare a Dante come a un nostro coevo.

Nell’incontro, proprio per supportare tale tesi, è stato concesso ampio spazio anche alla visione della figura dell’Alighieri del sesso femminile. L’idea della “donna-angelo” e l’esaltazione del gentil sesso hanno permesso al Sommo poeta di essere un precursore del concetto moderno di parità di genere; tuttavia, ha ricordato Grimaldi, non possiamo dimenticarci del periodo storico in cui Dante è vissuto. La Firenze di fine 1200 era una città chiusa di mentalità, dove la donna era relegata al mero spazio del focolare domestico e lo stesso Alighieri non ha mai mancato di ricordare la “supremazia” del sesso maschile su quello femminile.

Da parte del relatore sono giunte anche parole critiche riguardo l’odierna pratica – soprattutto scolastica – di attualizzare troppo, e in maniera forzata, il pensiero dantesco. Ad oggi, Dante è spesso snaturato della sua vera essenza; addirittura, viene raffigurato protagonista di videogame, come in “Dante’s Inferno”, una pratica che, secondo Grimaldi, non riesce davvero ad avvicinare i giovani alla lettura della Divina Commedia e allo studio dei grandi classici della letteratura. Spesso, anzi, avviene proprio un processo contrario: chi conosce già Dante, forse incuriosito, tenta di approcciarsi ai media “atipici” che lo raffigurano come moderno protagonista.

Grimaldi, con le sue parole, ha voluto scioccare, e lo hanno ribadito bene i suoi discorsi, che hanno tenuto a sottolineare come Dante e il suo linguaggio siano tuttora molto oscuri. La Commedia venne scritta per persone cronologicamente vicine al poeta, suoi coetanei colti nonché approfonditi conoscitori di quel particolare mondo. Un’attualizzazione del poeta, quindi, è sconsigliata.

Nonostante tutto, oggi la vera figura di Dante è riconoscibile in molti pensieri moderni, come nel concetto di separazione dei poteri tra Stato e Chiesa (nonostante Dante non abbia mai mancato di sottolineare come il monarca da lui esaltato dovesse necessariamente essere investito del potere dallo stesso Dio).

Il piacevole incontro, sfortunatamente poco sponsorizzato sul territorio, ma seguito dall’amministrazione comunale con la presenza dell’assessore alla cultura Antonio Delli Iaconi, ha permesso di avvicinare al nostro mondo la figura del poeta, ricordandoci quanto sia importante guardare al passato e ricordare la nostra storia anche attraverso lo studio – o quantomeno la lettura – dei Grandi classici della letteratura.

Un incontro a partire da un libro per sollevare delle questioni che possano motivare le persone a leggere oggi Dante.

Ringraziamenti agli ospiti della Fondazione Carivit, liveo ruffini per aver partecipato all’organizzazione dell’evento. (evento di Casa della Cultura).

Contemporaneità di Dante, che oggi è quasi un brand, un prodotto commerciale. Dante è vicino e lontano allo stesso tempo, è “diverso”.

Volontà di scioccare. Il fatto stesso che ci sia stato Dante è un fatto fondamentale. La Divina Commedia è volutamente oscura, Dante parlava a un pubblico “vicino”, che poteva ben comprenderlo, a differenza nostra. Dante è stato al centro dei nostri interessi per molti secoli, anche politicamente (guelfi e ghibellini). È sommo poeta è stato sempre oggetto di molti commenti. A oggi, Dante è diventato anche un personaggio ludico, con il gioco Dante’s Inferno che, curiosamente, intreccia la trama con le vicende di Orfeo e posiziona il poeta in un ruolo da guerriero.

Dante può quindi essere moderno, ma la sfida è riuscire a cogliere la differenza, percepire la differenza tra il nostro mondo e quello narrato nelle sue opere. Oggi ci viene insegnato ad accettare il diverso, ma lo si fa soltanto per ciò che riguarda il nostro tempo; difficilmente si prova ad accettare il diverso del passato. Solo attraverso la percezione della differenza è possibile comprendere le coincidenze che collegano a noi Dante.

Il libro è anche una critica alla moda dell’attualizzazione di Dante, che si scontra con la difficoltà di interessare gli studenti a ciò che è distante da noi in maniera cronologica.

A partire dall’esaltazione della figura di Beatrice, molti studi hanno provato a spiegare come Dante sia riuscito ad anticipare la nostra concezione di uguaglianza tra uomo e donna. Come lui, però, anche Boccaccio, nel Decamerone, ha messo in risalto l’intelligenza della donna. Eppure, entrambi, dichiarano apertamente che l’uomo è “capo” della donna. Quel che conta, è che tali idee sono cominciate a nascere in un mondo completamente differente dal nostro, antico. Dante NON è contemporaneo.

Dante voleva un mondo di pace e libero, ma ordinato e governato da un monarca.

L’idea della separazione dei poteri (Stato e Chiesa) di Dante è sia antica che moderna, poiché è attualissima, ma prende spunto dall’antico detto “date a cesare quel che è di cesare”.

Forse, continuiamo a leggere la Commedia per via dell’idea che ci sia una possibilità di espiazione per i peccati e la presenza di un aldilà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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