” Le Passeggiate di Egidio 17”: applausi itineranti

Riceviamo e pubblichiamo:

Un bel pubblico, nonostante il tempo incerto. E nasi all’insù. E applausi itineranti. E Sorrisi. E – perché no? – pure qualche risata, di cuore.
In abbrivio, gli onori di casa da parte del parroco della Trinità, padre Mario Mattei degli Agostiniani di Viterbo: un discorso umile e colto, il suo, ricco di vera pietas umanistica. Fede degno dello “scrigno” di storia e fede quasi millenarie del quale, dalla pubblica piazza, ci ha dischiuso le porte.
Poi gli indirizzi di saluto da parte di Vincenzo Ceniti e Antonio Rocca, ideatori tenaci e illuminati, qualche anno fa, del bel progetto “Egidio 17”: inedita avventura culturale che, pur tra mille difficoltà burocratiche e ignavie istituzionali, è riuscita a recuperare e imporre all’attenzione – di viterbesi e non, di addetti ai lavori ma anche del pubblico “comune” – bellezza, splendore e soprattutto statura europea di una Viterbo rinascimentale troppo a lungo rimossa dal pubblico immaginario e dalle sue narrazioni. (Non se ne abbiano a male, in tal senso, i nostri leggendari padri Etruschi o certi medioevi d’artificio su cui tante, troppe favole ci ostiniamo a tramandare.)
Poi Pietro Benedetti e Roberto Pecci: vale a dire, da una parte l’inconfondibile voce recitante di Banda del racconto, dall’altra le discrete, spiritualissime (perfettamente intonate al luogo) percussioni che spesso accompagnano e contrappuntano le nostre passeggiate/racconto.
Un bel successo anche le letture curate ed eseguite da Matteo Berni e Andrea Natali, apprendisti narratori del master DIBAF-UNITUS e Banda del racconto per “Narratori di comunità”. Andrea e Matteo erano alla loro seconda uscita pubblica – dopo la Notte con passeggiata indoor e fiamma viva per sale e corridoi del museo del Duomo, di poche settimane fa: per la prima volta alle prese con l’acustica solenne ma un po’ “traditora” di una chiesa barocca nonché con l’en plein air e la luce tutta diurna di uno straordinario chiostro “d’autore” del primo ‘500. Qualche timidezza, certo, ma nel complesso bravi, bravi davvero.
E Davide Ghaleb Editore, co-promotore del ciclo “Le passeggiate di Egidio 17”, ieri nel ruolo di fotografo di scena, intento a cogliere scorci e momenti “poetici”.
E poi ci sono io, Antonello Ricci, il sottoscritto: che a quasi trent’anni dall’ultima occasione si è preso la soddisfazione di tornare a narrare in situ, saltellando qua e là come uno shakespeariano Ariele, la paradossale natura architettonica del chiostro di Egidio, col suo peristilio continuo quale inverso visivo dei templi della Grecia classica.
Un grazie di cuore va infine, non vorrei proprio dimenticarmene, a Michele Tonielli, amico infaticabile, che con la sua generosa disponibilità ha reso possibile tutta la sintassi logistica del pomeriggio: “naturalissima” per il pubblico intervenuto ma un po’ più complicata per noi, personaggi in scena.
Infine. Dopo gli eventi realizzati nel corso del 2016 e dedicati agli affreschi di Lorenzo di Giacomo, ai falsi di Annio e agli enigmi ermetici del cosiddetto manoscritto di Viterbo, questo “Nel chiostro di Egidio” rappresentava il penultimo appuntamento con le “Passeggiate di Egidio 17”.
Il ciclo si chiuderà giovedì 18 maggio (appuntamento ore 17.00 in largo Vittoria Colonna, appena alle spalle di piazza Dante): con un omaggio itinerante alla Ecclesia Viterbiensis e allo splendido volgare dei versi e delle lettere di Michelangelo e Vittoria. Con una delizia a sorpresa: alcuni madrigali di Egidio da Viterbo. Davide Ghaleb e la Banda del racconto desiderano ringraziare la preside del liceo scientifico “Paolo Ruffini” di Viterbo, professoressa Maria Antonietta Bentivegna, che ci spalancherà le porte dello storico liceo viterbese, chiostro e chiesa del monastero di Santa Caterina, ove Vittoria soggiornò e gli Spirituali, a lungo, fecero cenacolo.

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