Le nuove prospettive nella Tuscia per le foreste vetuste all’Unitus

Recentemente la Regione Lazio con l’approvazione dell’articolo 34 bis (Legge Regionale 14 agosto 2017 n. 9) ha espresso la volontà di tutelare le foreste vetuste e le faggete depresse che caratterizzano tratti unici dal valore bioecologico inestimabile del proprio paesaggio forestale. Questa norma si inserisce in un quadro nazionale ed internazionale che sempre più tende a conservare e valorizzare gli ecosistemi ad elevata naturalità (Rewilding Europe) divenuti nel corso dei secoli sempre più rari in Europa. Nello specifico Rewilding Europe è un programma che mira a rinaturalizzare un milione di ettari di terreni distribuiti in dieci diverse località in Europa entro il 2020, avviato dopo la “Conferenza sulle aree selvagge e le grandi aree di habitat naturale” (Wild Europe, Praga 2009).
Il recente riconoscimento dell’Unesco alle faggete vetuste d’Europa, tra le quali alcune nella provincia di Viterbo, iscritte dal luglio 2017 nella lista dei Patrimoni dell’Umanità, rappresenta un momento cardine nelle politiche europee per la conservazione degli ecosistemi forestali che sta generando nelle diverse nazioni e regioni una spinta dal basso a preservare per le generazioni future un capitale naturale dal valore inestimabile. In questo quadro la legge del 28 dicembre 2015, n 211 e, in particolare, il Capo XI detta una serie di articoli al fine di monitorare lo stato del Capitale naturale e dei servizi ecosistemici ed ambientali.
Nelle foreste vetuste i processi ecosistemici sono caratterizzati da alti livelli di naturalità rappresentando così un serbatoio di biodiversità nemorale e di servizi ecosistemici fondamentali in questo contesto di cambiamenti climatici quali lo stoccaggio dell’anidride carbonica o il ciclo dell’acqua. Grazie a questa legge conservare le foreste e gli alti livelli di servizi ecosistemici ad esse associate da oggi può portare anche ad una remunerazione disciplinato dall’articolo 70.
Per parlare di foreste vetuste di oggi, ma anche quelle di domani nel tentativo di intraprendere la strada dello sviluppo sostenibile il Dipartimento Dafne dell’Università della Tuscia e alcune importanti associazioni tramite le rispettive rappresentanze locali come il Comitato Amici della Faggeta, Legambiente Lago di Vico, Accademia Kronos, AICS, Italia Nostra, Lipu, propongono un incontro pubblico aperto a ricercatori e studiosi, associazioni ambientaliste, amministratori, cittadini.
L’ipotesi è quella di dar vita ad una Rete delle foreste vetuste nella Tuscia, a partire dai Monti Cimini. Le esperienze locali di mobilitazione civica e di conservazione attiva di questi ambienti così importanti e fragili sono un fondamentale punto di partenza ed un riferimento culturale imprescndibile.

L’Incontro pubblico nella formula del workshop si terrà martedì 14 novembre, a partire dalle 9.30 presso l’Aula Blu del Polo di Agraria dell’Università degli Studi della Tuscia a Viterbo (zona Riello).

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