L’Atletico Ghiacciaia con Alessandro Benvenuti al Boni

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È una notte di fine ottobre, così innaturalmente umida e calda da sembrare estate. il tempestio dei sentimenti e in sottofondo la musica sinfonica dei grilli. È il candore immacolato della luna che con i ricordi porta instabilità emotiva, rabbia e recriminazioni. Gino ne è cantore primo, megafono, manifesto, pennellessa e colore e la tonalità preferita è il verde bile. Gino tutto è fuorché politicamente corretto. I suoi discorsi non appartengono a nessuna fede politica, lui è solo un pensatore emorragico, che invoca un inno al suo paese, la Toscana.

Alessandro Benvenuti veste i panni del cantore dell’amore paesano in L’Atletico Ghiacciaia, in scena domenica 13 dicembre alle 17.30 al Teatro Boni di Acquapendente.

Lo spettacolo è dedicato alla Toscana, che non si vuole arrendere ai propri stereotipi più beceri. È un canto d’amore paesano, ma è anche il racconto di com’era il calcio prima che l’avvento massiccio della televisione lo deformasse in quella industria da forzati del look e del pallone che è diventato. Si presenta come un’opera complessa, come un testo che dialoga col pubblico tramite l’articolata figura del protagonista Gino, un anziano dominato da un anarchismo disorganizzato, da una totale mancanza di fede politica, da una tempesta interiore di sentimenti resi fortemente manifesti nella rabbia e nel parlare sporco. Gino, in una sorta di climax verbale in colorita lingua toscana, fa esplodere la sua denuncia e il suo rigetto passando dalle piccolezze di tutti i giorni sino alle più grandi corruzioni, alla politica, agli eventi che hanno mutato per sempre le bellezze della nostra società, prima fra tutti, il calcio.

L’Atletico Ghiaccia è stato definito dalla critica come “una lezione di teatro brillante” condita “con una grande stratosferica ironia, perduta in questo tempo di crisi e di depressione”, grazie all’abilità di Alessandro Benvenuti, un cineasta dal gustoso estro fiorentino, nazionalmente e popolarmente riconosciuto come un’icona di umorismo toscano e il simbolo della comicità anni Ottanta, di cui è Maestro.

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