La sofferenza mentale e la città, raccontata in un convegno di Agatos onlus

“La Sofferenza mentale e la città: un’esperienza di riappropriazione esistenziale in un contesto urbano”. Convegno organizzato e promosso dalla cooperativa Agatos onlus, da anni presente sul territorio accanto alla Sofferenza Mentale.

Sabato 17 marzo presso la sala convegni della casa di cura nuova Santa Teresa, strada provinciale Tuscanese, avrà luogo il convegno “La Sofferenza mentale e la città: un’esperienza di riappropriazione esistenziale in un contesto urbano”, promosso e organizzato dalla cooperativa Agatos onlus, in collaborazione con altre importanti realtà del territorio.

Interverranno importanti studiosi e professionisti del settore, tra i quali Giovanni Tassoni (presidente Agatos onlus), Marino De Crescente (associazione Mito & Realtà), Carmine Pasquale Pismataro (psichiatra istituto San Paolo Milano), Aldo Cono Barnà (didatta SPI), Antonella Cammarota (sociologa associazione Solaris), Maurizio Biondo (associazione Solaris), Vito Ferrante (Afesopsit), Federica Mazzeo (psicologa e psicoterapeuta).

Aderiscono all’iniziativa: associazione Afesopsit, associazione 13 Maggio, associazione Ainsped, istituto universitario Progetto Uomo, Usb e Ugl. Per maggiori informazioni: marinodecrescente@gmail.com

Il modello

L’obiettivo realizzato dalla coop Agatos é un modello di inclusione sociale globale nel senso di sostegno all’abitare (favorire l’autonomia, la cura di sé e della sfera privata del sé), sostegno alla relazionalità del sistema egoico (Io nella cultura passata Se oggi) e super egoico (immagine di sé), sostegno all’inserimento occupazionale/lavorativo, sostegno all’ inclusione sociale, sviluppare l’équipe di lavoro degli operatori, favorire l’implementazione delle competenze degli operatori con la formazione continua e la super visione clinica.

I punti 2-3 e 4 sono inerenti il lavoro per favorire l’affermazione di sé come persona degli utenti con la complessità che comporta ed i giusti riconoscimenti e costituiscono gli aspetti centrali dell’impianto Terapeutico del nostro modello di lavoro. Il punto 5 è l’elemento centrale del lavoro di sostegno ai programmi individuali da parte degli operatori.

In oltre 15 anni di lavoro Agatos ha consolidato il suo modello ed attivato da circa 10 anni una coop sociale di tipo B Integra che si occupa di Agricoltura (raccolta olive e vendita olio, raccolta e vendita di kiwi e mele), di Artigianato quindi di produzione, lavorazione e vendita di ceramiche e infine di collaborazioni per la gestione dei servizi igienici dell’ufficio turistico di Viterbo e del museo della Curia. In poche parole Agathos ha creato una vera inclusione sociale protetta e assistita in un contesto di “vita normale”.

Le basi teoriche

L’Agatos ha il proprio riferimento teorico nella psicologia dinamica psicoanalitica e della psicologia delle relazioni e di psicologia sociale e dei gruppi.

Il modello Agatos di inclusione sociale ha realizzato oltre 40 progetti individuali PAI, sostenendo l’attivazione in alcuni anni di 13 appartamenti nel quartiere Cappuccini di Viterbo, limitrofo al centro storico, favorendo la formazione di un gruppo di pazienti che condividono l’esperienza di ritornare ad una vita civile normale e sostenuti in tutte le attività che essa prevede.

L’articolo uno della costituzione mette il lavoro al centro della vita sociale e civile; il lavoro, l’essere occupati in un progetto di inclusione sociale non può non prevedere l’inserimento lavorativo dove possibile e comunque attività occupazionali. Agatos ha creato progetti di inserimento: nell’artigianato della ceramica (produzione e vendita), nell’ agricoltura con la raccolta di olive e vendita di olio, nella gestione dei bagni dell’ufficio turistico del comune di Viterbo e del museo della curia, e in fase nell’avvio di un progetto per il riuso di indumenti e piccola oggettistica, ed un altro di segreteria presso uno studio gestito da medici e psicologi volontari.

Un aspetto centrale del modello organizzativo nell’attività di sostegno ai progetti individuali è il lavoro in équipe. L’équipe degli operatori è divisa in tre unità squadre con a capo un Direttore responsabile dei progetti, un responsabile dei Programmi e tre referenti delle squadre. Le squadre interagiscono nelle attività dei pazienti e questo armonizza il SISTEMA che sta creando con i pazienti, una cultura a cui gli utenti partecipano e condividono attivamente per la loro vita di “cittadini”. Una cultura dell’intervento mutuata dal gruppo degli operatori. In una struttura sanitaria residenziale si è solo pazienti.

Cooperativa Agathos onlus

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