I ragazzi del Servizio Civile alla Caritas: aiutare il prossimo fa stare bene

Cristiano Politini

Accoglienza e ascolto, dormitorio e distribuzione di viveri e di indumenti. Alla base di questi servizi c’è la Caritas e gli “angeli custodi” del Servizio Civile. Sono in sei e dai primi di ottobre stanno intraprendendo un percorso di formazione e di impegno lavorativo nel sociale. Tutti i giorni dalle 9.00 alle 14.00, si dedicano a momenti di ascolto, all’accoglienza e al servizio mensa nelle mura della Caritas. Serena, Maurizio, Chiara, Irene, Giovanna e Rachele ci hanno raccontato le sensazioni e le forti emozioni che provano ogni giorno, varcando la soglia delle strutture della Caritas di Viterbo.

Incontrandoli, si percepisce da subito il loro impegno e la loro voglia di aiutare il prossimo. Sono giovanissimi, hanno dai 22 anni ai 29, provengono sia da Viterbo sia da paesi della Tuscia. Hanno fatto gruppo sin da subito e tutti lavorano per un obiettivo comune: donarsi agli altri.

Perché scegliere il Servizio Civile?

“Questa esperienza è sicuramente importante, poiché arricchisce e fa riflettere molto. Per me è una grande occasione di crescita professionale e umana”, esordisce Serena, venticinquenne viterbese. Serena ama lavorare nel sociale e vuole mettersi in gioco per il prossimo, tanto che sta seguendo un corso da OS per lavorare nelle scuole con i ragazzi disabili. “Anche se questa esperienza è iniziata da poco sta andando molto bene. Sono felice di aver intrapreso questo cammino, è un’esperienza decisamente appagante”, ha concluso.

Della stessa visione è Maurizio, ventitreenne di Bagnoregio che, dopo gli studi presso l’istituto agrario dell’omonima cittadina, sta dedicando tutto se stesso al prossimo. “Anche io come i miei amici e colleghi ho iniziato questo splendido percorso nei primi giorni di ottobre. Inizialmente, mi trovavo all’accoglienza ma ora lavoro alla mensa, un impiego decisamente soddisfacente, che mi permette di aiutare direttamente il prossimo e donare, non solo un pasto, ma il sorriso. Vedere sorridere gli ospiti della mensa è bellissimo, specialmente in questi giorni di festa. Qui le cose sono difficili, ogni giorno incontriamo persone con vari problemi e disagi e la cosa che più mi riempie il cuore è il dono del sorriso nei momenti di incontro”.

Man mano che la chiacchierata continua, è facile capire come tutti i ragazzi stiano condividendo le stesse emozioni e sensazioni. Chiara, impegnata con Maurizio al servizio mensa, è sicura che porterà questa esperienza con sé per tutta la vita. “Il servizio alla mensa è un momento importante della mia giornata qui alla Caritas. Ciò che però lo rende speciale sono i sorrisi degli ospiti che ti riempiono il cuore. Siamo a Natale e la mensa è aperta per dare assistenza e un tetto a chi non può stare in una casa accogliente e calda. Sono sicura che l’esperienza del servizio civile inciderà molto sulla mia quotidianità. In queste mura si può cercare di capire qual è il senso della vita e dare aiuto alle persone che ne hanno bisogno”.

Hanno ancora molti mesi di lavoro e di impegno sul campo, ma il gruppo, molto affiatato, sa già che dal primo impatto, fino alla fine del servizio, proveranno un ampio ventaglio di emozioni. È di questa idea Irene, ventidue anni, un diploma in grafica pubblicitaria e tanta voglia di mettersi in gioco. “Non sapevo cosa aspettarmi perché il mio percorso di studi è totalmente diverso da quello che sto facendo qui. Una volta iniziato il servizio civile non credevo che questa esperienza fosse così appagante. Qui dentro si impara a non essere superficiali e, soprattutto, ad ascoltare gli altri. È ancora presto per capire ciò che il servizio ci lascerà e cosa ci porteremo dietro da questa esperienza, quello che però è chiaro è che abbiamo molti stimoli, che ci permettono di riflettere e approcciarci alla vita di tutti i giorni diversamente”.

Giovanna, invece, è un’assistente sociale. È laureata in Scienze Sociali e Politiche Sociali ed è alla ricerca di un’esperienza dove mettere in pratica quanto studiato. “Qui sto applicando i miei studi alle problematiche di tutti i giorni. Ho fatto già delle prove sul campo, presenziando ad alcuni colloqui con gli ospiti. Mi sono convinta che con l’ascolto e il supporto si può dare un grande aiuto a chi sta vivendo delle situazioni difficili. Abbiamo a che fare ogni giorno con condizioni di disagio e ce la mettiamo tutta per aiutare chi ne ha bisogno. Le sensazioni sono contrastanti, poiché si tasta con mano la realtà di una società difficile, che spesso non aiuta chi vive un disagio”.

Approcciare le giornate alla Caritas non è semplice, ma è sicuramente appagante e stimolante per affrontare la vita di tutti i giorni con positività. Ce lo spiega Rachele, ventiseienne di Vejano con un diploma in Scienze Sociali, che ha dedicato tempo al lavoro con i bambini e al volontariato con ragazzi disabili prima del Servizio Civile. “La cosa che ho capito in questi mesi è che la condivisione è uno strumento molto potente, con il quale è possibile capire le problematiche e con il quale confrontarsi con le persone. È un’esperienza profonda e significativa, aiuta a crescere, a riflettere sul mondo che ci circonda e sul modo di rapportarci con gli altri”.

Una pacca sulla spalla, un cenno di felicità e il mettersi a disposizione degli altri: tutto questo è vita per i ragazzi del Servizio Civile. Testimonianze che fanno riflettere, soprattutto durante le feste natalizie dove tutti noi ci ritroviamo con parenti e amici al caldo delle mura di casa. “C’è tanta richiesta di aiuto e, bene o male, con molto impegno riusciamo a soddisfarle tutte. Nessuna garanzia per il futuro, lo sappiamo bene, ma questo oggi rappresenta per noi e per molti nostri coetanei un importante momento di crescita sociale e civile, che permette di conoscere ed entrare in contatto con molteplici realtà, da quelle del volontariato in senso stretto a quelle di organizzazioni e associazioni che si muovono sul nostro territorio”.

I numeri della Caritas:
Soltanto lo scorso anno ha servito 22.480 pasti, ha effettuato 3.158 colloqui e ha ospitato 3.161 pernottamenti. Tutto questo è stato possibile grazie alla forza di coloro che si sono adoperati e che hanno aiutato con spirito di reciprocità e solidarietà così tante persone con problemi di salute e con vari disagi sociali.

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