“Gli ulivi secolari non gelano mai – La corsa cambia i ritmi della natura.”

Gli ulivi, che la storia dell’uomo ci ha consegnato come simbolo di resistenza, pace, saggezza sono il tema dell’incontro con Angelo un vecchio coltivatore viterbese , classe 1938.
Oggi dodici pillole al giorno lo aiutano ad andare avanti.
Uguale la grinta e la curiosità che aveva quando l’ho conosciuto tanti anni fa.
Una vita all’aperto fin da giovane, con qualsiasi tempo e clima , con le mandrie da portare al pascolo, sotto un sole che ti frusta a tabacco.
Un amore per la propria terra al di sopra di tutto: per i cavalli, nel suo giardino conserva un tronco di legno che ha le sembianze di un cavallo in corsa, forse è lì per ricordare i bei tempi quando cavalcava, libero i prati della Vaccareccia.
Mi fa accomodare in cucina, il focolare acceso già ai primi freddi di ottobre inoltrato, fa piacere e non poteva essere diversamente per un uomo di campagna. Un bicchiere di rosso, fortifica il nostro corpo e pure la nostra amicizia. Il discorso cade sulle piante dell’olivo, “sai sono come gli uomini, vanno nutrite con parsimonia affinché sviluppino tutte le difese necessarie per crescere. -Nella mia vita, prosegue ho assistito a ben quattro gelate che ogni volta hanno distrutto interi oliveti”, guardandomi con un tono di sfida continua : “Sai perché le piante secolari non gelano mai? Perché impiegavano almeno venti anni per produrre mentre ora dopo pochi anni già puoi raccogliere. Hai mai visto una pianta di olivo abbandonata e coperta di rovi? In certe stagioni produce più di una in allevamento, così la natura si prende la rivincita sull’uomo- stiamo impoverendo il terreno con la logica del sempre prima e meglio. La corsa al tempo, alle produzioni ci ha fatto dimenticare i ritmi della natura, che sono in fin dei conti i ritmi della nostra esistenza, in questo modo, stiamo stravolgendo tutto”. Poi guardandomi dritto negli occhi ,con una tosse stizzosa che non gli da tregua, efino a fargli mancare il respiro, mi dice :”Luciano ripetilo ai nostri giovani” Certo Angelo, darò voce alle tue parole. Uscendo mi viene in mente questo paradigma:
La scienza è ormai in grado di produrre un tipo di mela che ha le migliori qualità di tutti i vari tipi di mele e nessuno dei loro difetti. Tranne uno: che anche quella superpecie di mela, come tutte le specie, ha un suo arco vitale e che un giorno però arriverà anche la sua fine. A differenza del passato, avendo noi nel frattempo eliminato tutte le altre specie, quando la supermela morirà, non ci sarà un altro tipo di mela, cresciuta in concorrenza, a prendere il suo posto. Dopo la mela “perfetta” non ci saranno semplicemente più mele. (Tiziano Terzani).

*Assaggiatore e cultore d’olio

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