FITA: la via per un teatro nuovo e coinvolgente

Cristiano Politini

La ventiduesima edizione del Premio Città di Viterbo organizzato dalla FITA è ormai al nastro di partenza e tra le location che ospiteranno la rassegna c’è anche il ritorno del Teatro dell’Unione. Bruno Mencarelli di Fita è il presidente e da più di trentacinque anni è il pioniere del teatro amatoriale nella Tuscia.

Lo abbiamo incontrato e si è detto entusiasta e impaziente di ricominciare. “Sono veramente felice che la nuova edizione del festival sia alle porte, anche se purtroppo quest’anno abbiamo acquisito una dimensione nazionale e non più internazionale. Questo per via della mancata presenza di alcune compagnie provenienti dall’estero. La scelta di ospitare solo compagnie provenienti dall’Italia è anche dettata dalla crisi economica, non ci sono molte risorse”.

Se da un lato il festival è tornato a una dimensione nazionale, dall’altro presenta un cartellone di grande rilievo e prestigio e soprattutto offre la novità del ritorno sul palco storico del Teatro Unione. “Finalmente ritroviamo il teatro Unione, un teatro amico per il festival” afferma Mencarelli “che si presta alla perfezione per questa rinascita teatrale e culturale della città. Ricordo felicemente che molti anni fa, al termine di uno spettacolo di una compagnia di Umbertide, tutto il pubblico salì sul palco e si mise a ballare. Rammento con piacere questo evento e la nuova apertura significherà ritrovarsi e sancire una nuova unione per l’intera città. Il nome Unione proviene proprio da un’esigenza e una voglia di riunire tutta la cittadinanza, quindi è un punto di incontro del passato teatrale viterbese e speriamo che lo ridiventerà nel futuro”.

Un festival fatto di attori amatori, che amano il proprio essere attori non per professione ma per passione, una componente in più che porta lustro alla rassegna. “Il nostro teatro è più vicino alle persone rispetto al professionismo. A volte il teatro amatoriale cammina su un filo di rasoio, poiché vedendo uno spettacolo di amatori non sai mai se gli attori in scena sono dei professionisti o meno” prosegue il presidente della Fita. “L’amatore lo fa per passione e amore, lo dice quasi la parola. Infatti, l’amatore ama il teatro e va in scena senza scopi di lucro. Gli amatori sono attori, scenografi e registi a tutti gli effetti che hanno già un lavoro ma che fanno teatro per passione.

Una rassegna che funziona, organizzata con passione, curata nei minimi dettagli e che sta tracciando la via per un teatro nuovo e coinvolgente. “In questi anni ho riscoperto che molte persone si sono riavvicinate al teatro grazie alla FITA. Prima in molti non sapevano cosa fosse nemmeno la nostra federazione, ma dopo il festival sempre più spesso ci chiedevano cosa fare la domenica. Ciò fa capire che abbiamo avvicinato le persone al teatro. Chi segue la FITA vede che organizziamo molte manifestazioni in tutta la provincia di Viterbo. Infatti, siamo anche impegnati con matinée per le scuole. Siamo presenti su tutto il territorio e a oggi contiamo venti compagnie iscritte. Sono numeri significativi che testimoniano che qualcosa si muove. “Il teatro funziona e il festival negli anni ha seminato così bene da essere sbocciato intensamente: ciò mi rende orgoglioso e ancor più entusiasta”.

Foto Teatro Unione di Cristiano Politini

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