Ferzan Ozpetek a Caffeina: felicità è condividere le mie emozioni

ozpetek a caffeina

In una piazza San Lorenzo molto più che gremita, Caffeina 2015 chiude in bellezza con le emozioni regalate da Ferzan Ozpetek al pubblico entusiasta. E’ venuto in veste di scrittore a parlare di “Sei la mia vita“, ma anche dalle parole stampate, quello che viene fuori è il cinema del regista turco, la sua vita è in quelle immagini, i suoi incontri sono in quelle scene ricreate per la pellicola. I suoi ricordi si snodano attraverso le storie della sua vita, intrappolata in questa magica Italia, che ha scelto come luogo in cui vivere. “Io non sono venuto via dalla Turchia per necessità, sono arrivato qui per studiare, mantenuto da mio padre, e di questo mi vergogno un po’. Ma da qui, poi, non sono più andato via e non me ne voglio più andare”.

Ozpetek dal palco di Caffeina ci regala il suo amore l’Italia, “dove la pizza non dovrebbe essere mischiata al kebab” e per Roma. Quella Roma che lui ha conosciuto 35 anni fa, quando tutto era più libero, quando si viveva con una spensieratezza che oggi è difficile ricordare. Quando l’Hiv ancora non c’era ancora. Così come non esistevano Internet e i cellulari. “Perché se io dimentico per un giorno il telefonino a casa, divento matto. Prima quest’ansia era sconosciuta”. Oggi il telefono è diventato uno strumento indispensabile, racconta Ozpetek, che su What’s app ha un gruppo con gli amici più cari: “il gruppo lo abbiamo chiamato Le Mummie. E ogni mattina ci diamo il buongiorno. E’ un modo per sapere come stiamo, se tutto va bene”.

E’ una carrellata di emozioni quella che il regista de La finestra di fronte riversa sul pubblico che lo ricambia con applausi sentiti. Dalla paura della morte, alla angoscia per la perdita, a quella filosofia di vita che spiega così: “non si deve mai togliere nulla, ma solo aggiungere. Non posso immaginare che due persone che si siano amate, possano decidere un giorno di non vedersi più”.

Nei racconti di Ozpetek c’è l’amore per i genitori che non può mai esaurirsi nel tempo: “mia madre ancora pochi mesi fa, ad ormai otre 80 anni, mi chiedeva se per me sia stata una buona madre. E quante volte io mi sono domandato se fossi stato un figlio capace di soddisfare le aspettative dei miei genitori”. Nelle pagine dell’ultimo libro c’è l’amore per il compagno Simone, l’amore per gli amici che siedono in quella cucina che abbiamo imparato a conoscere in Saturno contro, l’amore per quel palazzo dell’Ostiense, dove 11 famiglie, si incrociano nel quotidiano, facendo del giornaliero un miracolo da vivere e raccontare.

Ora da Rosso Istanbul, il libro che ha preceduto “Sei la mia vita”,  sta già nascendo un nuovo film, perché come dice in chiusura Ozpetek quello che “per me ha più valore è la condivisione delle mie emozioni. Solo quello mi rende veramente felice”.

 

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