Femminicidio: un’opera d’arte all’Andosilla, da Associazione Mafalda e Midossi

Si chiama “Frammenti di violenza. Nessun’altra” ed è un’opera d’arte che offre un’interpretazione originale e suggestiva sul tema della violenza sulle donne donata questa mattina dall’associazione onlus Mafalda e le altre e dal liceo artistico Ulderico Midossi all’ospedale Andosilla di Civita Castellana. L’opera è stata realizzata dagli studenti della classe 4B dell’indirizzo arti figurative dell’istituto falisco, coadiuvati dai docenti di discipline pittoriche, Mario Annesi, e di discipline plastiche, Renato Camponeschi. Il lavoro, che da oggi potrà essere ammirato presso il Cup dell’Andosilla, si configura come un’indagine e uno strumento espressivo capace di raccontare la violenza su tante donne, troppe, e di documentarne la storia. Alla cerimonia di donazione, oltre ai ragazzi protagonisti di questa iniziativa, hanno partecipato il vescovo di Civita Castellana Romano Rossi, la presidente dell’associazione Mafalda e le altre Maria Oro, il dirigente del liceo Midossi Franco Chericoni, l’assessore comunale alla cultura Vanessa Losurdo e il direttore generale della Asl di Viterbo Daniela Donetti.

Nelle immagini e nelle ombre di “Frammenti di violenza. Nessun’altra”, così come hanno spiegato gli stessi ragazzi che l’hanno realizzata, sembra quasi ci sia il tentativo di decontestualizzare i fatti da ogni connotazione spaziale e temporale “perché il femminicidio non ha tempo, è atavico e attuale, né conosce barriere geografiche”. La scelta tridimensionale ha un valore altamente evocativo: esprimere le sensazioni che si dibattono nell’animo femminile dopo la violenza subita. Nelle immagini, le linee, le forme e i colori, a volte lividi e cupi, sembrano suggerire un’anima ferita, un equilibrio rotto, infranto fino a diventare un grido, privato e universale, di ogni donna, vittima di una violenza infondata quanto inaudita. Il calco, che ritrae un corpo femminile, esprime, oltre le apparenze ingannevoli, una poetica del dolore, trasfigurata in una immagine-forma. L’opera trasporta l’osservatore verso un crescendo emotivo che non chiede pietà o compassione, ma responsabilità. “Perché essere donna – hanno spiegato gli studenti del Midossi – è un diritto, quindi nessun’altra sia vittima di una violenza così inumana”.

Mafalda e le altre – spiega la presidente Maria Oro – è un’associazione nata nel luglio 2014 con il principale obiettivo di diffondere una corretta cultura del rapporto tra generi. Ci proponiamo di promuovere e realizzare varie iniziative sul tema degli stereotipi di genere e della violenza contro le donne, tese alla prevenzione, all’informazione, al riconoscimento delle problematiche e alle azioni di sostegno al cambiamento. L’opera donata alla Asl è il frutto della collaborazione tra la nostra associazione e l’istituto Midossi e si pone proprio nell’ottica della sensibilizzazione e della prevenzione”.

“La lettura dei ragazzi della violenza sulle donne – commenta il direttore generale della Asl, Daniela Donetti – colpisce perché fa emergere quanto questo fenomeno incida nel corpo e nella mente delle vittime di violenza. Questa opera ci viene donata a pochi giorni dall’apertura dello sportello ‘Non aver paura’, attivato presso il pronto soccorso di Belcolle di Viterbo, e al quale si sono rivolte già due donne. E per abbattere la paura occorre uno sforzo sinergico vero che garantisca il monitoraggio, il contrasto della violenza e la sensibilizzazione. Per questa ragione nelle prossime settimane firmeremo un protocollo interistituzionale, con capofila la prefettura di Viterbo. Per fare sistema e perché le donne non abbiano più paura”.

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