Donazione Samaritana: un viterbese tra i quattro trapianti incrociati

Per donatore “samaritano” si intende un donatore vivente di rene che offre l’organo alla collettività e non ad uno specifico ricevente, senza alcun tipo di remunerazione o contraccambio. La donazione samaritana è considerata un atto supererogatorio (apprezzabile dal punto di vista etico) ma non preteso sul piano morale e/o giuridico. La decisione di donare un rene alla collettività deve essere libera, gratuita e informata. La donazione cosiddetta “samaritana” è ammessa solo per il rene in Paesi europei, quali la Spagna, l’Olanda e il Regno Unito, e negli Stati Uniti.
Tutto è inizio dal gesto generoso di una donna di Milano che ha donato il suo organo spontaneamente.
Da lì è partita la catena di trapianti incrociati che ha permesso di salvare quattro pazienti. Ad iniziarla, ha spiegato il ministro Beatrice Lorenzin in una conferenza stampa, è stata la donatrice ‘samaritanà lombarda di 60 anni, non legata affettivamente a nessuno dei pazienti, che ha deciso spontaneamente di offrire un rene.
Grazie alla donazione da vivente cross-over, è stato possibile incrociare in successione tutti i donatori e i riceventi delle coppie – idonei al trapianto da vivente ma incompatibili tra di loro a livello immunologico o per gruppo sanguigno- creando una catena di donazioni e di trapianti.
La catena d’interventi, durata 33 ore e mezzo, ha coinvolto il coordinamento nazionale (CNT), il coordinamento operativo (CNTO) nella gestione delle procedure di prelievo e trapianto, la Fondazione IRCCS Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la Polizia che ha trasportato gli organi.
Il rene del donatore samaritano, è andato a Pisa, il rene donato al Centro Trapianti di Pisa, è andato all’Azienda ospedaliera universitaria Senese ed è stato trapiantato lo scorso 5 luglio su un paziente di 46 anni originario della provincia di Viterbo. Mentre la moglie del paziente viterbese incompatibile con il proprio consorte ha donato un proprio rene a un paziente compatibile e il suo rene è arrivato a Bergamo, chiudendo la catena samaritana, iniziata a Milano il giorno precedente. «Sono tutte coppie in cui c’era un donatore e un ricevente ma non compatibili tra loro, succede nel 15% dei casi – ha spiegato il direttore del Centro Nazionale Trapianti Alessandro Nanni Costa -, il donatore samaritano scardina questo problema. Abbiamo un altro donatore samaritano, altri sono in studio, speriamo di farne altri».
Un gesto altruistico che in Italia è ammesso solo per il rene, e segue gli indirizzi espressi dal Comitato Nazionale di Bioetica del 23 aprile 2010 e dal Consiglio Superiore di Sanità del 4 maggio 2010, nel rispetto della legge n. 458/67 e del suo regolamento attuativo n. 116 del 16 aprile 2010.

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