Dario Albani: dalla Tuscia a Lipsia per la RoboCup

robotica

Anche la Tuscia dal 30 giugno al 3 luglio è volata a Lipsia per il RoboCup, competizione internazionale di robotica che si avvale delle intelligenze umanoidi nel gioco del calcio. Grazie a Dario Albani, in collaborazione con Tiziano Manoni e Marco Paolelli, tre ragazzi di Civita Castellana accomunati da un’unica grande passione: la robotica.

Dario Albani ha sempre avuto la passione per i robot. Fili elettrici che si intersecano tra loro dando vita a oggetti intelligenti che possono sostituire l’essere umano: un mondo che l’ha sempre affascinato e incuriosito. Proprio per questo ha incentrato sulla robotica la sua formazione professionale. È ricercatore all’Università Sapienza di Roma presso il laboratorio Lab RoCoCo – Robot Cognitivi Cooperanti, operante nel Diag – Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestazionale, le cui attività hanno origini e motivazioni nella partecipazione alle competizioni scientifiche internazionali RoboCup sin dal 1998, all’incirca quando è nato il calcio dei robot. “La RoboCup – spiega Dario – è una competizione internazionale di robotica nella quale si testano diversi campi di sviluppo, non solo il calcio. Si divide in tre categorie: Soccer, Home and Work, rispettivamente calcio, robot per assistenza in casa e robot per assistenza nel lavoro. Quest’anno la competizione ha visto sfidarsi circa 2000 persone provenienti da Università di tutto il mondo”.

Tiziano Manoni e Marco Paolelli sono laureandi in Ingegneria Informatica, anche loro presso l’Università Sapienza di Roma. “Capire come un qualsiasi strumento elettronico funzioni, cosa regola le sue azioni, ci ha sempre incuriosito. Una volta scoperto il laboratorio Lab RoCoCo grazie al nostro amico Dario, ne abbiamo subito approfittato per poter entrare a farne parte”.

Dario è volato a Lipsia dal 30 giugno al 3 luglio e ha lavorato attivamente all’interno della squadra SPQR di Sapienza, che ha partecipato a due tipi di gare: Soccer standard platform league, con robot calciatori umanoidi NAO, e RoboCup@Work, con robot manipolatore mobile di tipo industriale Youbot Kuka. Riguardo al Soccer, Dario si è occupato del software generale. “Il team di RoboCup Soccer è solitamente composto da ricercatori e studenti dell’Università. Per quanto riguarda la RoboCup Soccer SPL, Standard Platform League, tutti i team sono obbligati a utilizzare la stessa piattaforma, un robot denominato NAO e prodotto dalla società Aldebaran. Ogni squadra ha bisogno di almeno 5 robot per sfidarsi in partite 5 contro 5. I robot sono completamente autonomi, nessun controllo esterno, se non quello dell’arbitro, avviene durante la partita. Un framework per la gestione dell’intelligenza artificiale viene caricato su ogni singola piattaforma che dovrà cosi essere in grado di comunicare, muoversi, vedere e reagire ad eventi esterni”.

Tiziano e Marco non sono volati a Lipsia, ma hanno collaborato al progetto occupandosi della challenge. “Le challenges sono sfide esterne alla partita in sé, che spingono i team a trovare innovazioni di anno in anno. La challenge di cui ci siamo occupati prevede la comunicazione tra due robot mediante il solo uso di suoni”.

Per Dario è stata un’esperienza eccitante quanto edificante, che gli ha permesso, fra le altre cose, di conoscere ricercatori e studenti provenienti da tutto il mondo. Tiziano e Marco per il loro futuro imminente intendono continuare presso il laboratorio, per approfondire la loro passione, riuscire ad andare in Giappone per fare esperienza pratica sul campo e migliorare lo studio della lingua.

E anche se in Italia il settore della robotica è un settore ancora un po’ di nicchia, non molte società si interessano allo sviluppo di intelligenze artificiali o sistemi robotici avanzati, rispetto agli anni passati la cosa sta gradualmente cambiando. Dario, Tiziano e Marco non si arrendono e inseguono imperterriti la loro passione. “Quello che vogliamo fare “da grandi”? Sicuramente inseguire la nostra più grande passione: la robotica”.

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