Daniele Bifulco: tornare nella Tuscia e farla scoprire in bici significa andare alla velocità giusta

Donatella Agostini

Le ruote di una bicicletta assomigliano un po’ a quadranti di orologio. Le lancette possono girare velocemente, ma la maggior parte delle volte rallentano, rotolando placidamente verso momenti perfetti, ritagliati all’ossessivo tran tran quotidiano.
È andando in bicicletta che i ricordi di ciò che abbiamo visto e visitato rimangono per sempre vividi nella nostra mente, scolpiti dalla fatica e dalla soddisfazione di raggiungere cime e obiettivi. Niente di paragonabile al turismo in auto, sempre più sinonimo di code e ingorghi tra asfalto e cemento.
E la Tuscia, così sorprendentemente ricca di luoghi di interesse, così naturalmente votata al turismo lento, sostenibile e perciò di qualità, è territorio ideale per indimenticabili tour in mountain bike, capaci di svelarne aspetti nascosti e difficilmente raggiungibili con un differente mezzo di locomozione.
Tour come quelli che organizza il viterbese Daniele Bifulco, classe 1982, per il quale il sentimento verso la propria terra e per le biciclette prende lo stesso nome: passione.
E si chiama “Passione a Pedali” la sua nuovissima attività di noleggio bici e organizzazione di tour in mountain bike a Viterbo, alla scoperta del patrimonio storico e naturale della Tuscia. «Con Passione a Pedali si va in bicicletta alla volta dei nostri incantevoli borghi medievali, soffermandosi di fronte a scenari mozzafiato tra laghi e colline; ci si addentra in pittoreschi vicoli, allontanandosi dal traffico delle strade principali. Passione a Pedali è trascorrere momenti di convivialità, fermandosi a mangiare tutti insieme in una trattoria tipica; è visitare il museo locale, la fattoria didattica. È vivere il nostro territorio su una bici: molto più che una semplice pedalata». Si va in piccoli gruppi, da due a dieci persone, «per un discorso di sicurezza, controllo e godibilità. Presto attenzione a ogni singolo partecipante, alle sue richieste, alle sue necessità.
Lo ascolto dal punto di vista atletico e umano: tutti hanno qualcosa da raccontare. E mi piace ricambiare: racconto la vita in Italia, cercando di abbattere i vecchi stereotipi. Racconto le nostre tradizioni viterbesi». I tour organizzati da Daniele Bifulco sono aperti a tutti, dagli esperti fino ai principianti, per i quali esiste la possibilità di usufruire di biciclette a pedalata assistita. La professionalità di guide di mountain bike brevettate dall’Accademia Nazionale MTB garantisce un’esperienza in tutta sicurezza. E anche la strada intrapresa da Daniele per arrivare a Passione a Pedali assomiglia un po’ ad un percorso in bicicletta: un alternarsi di salite e discese. «Avevo un impiego d’ufficio, organizzavo congressi.
Un lavoro sicuro, tranquillo, ma che non mi rendeva contento. Non era quella la vita che volevo», racconta. «La mia passione era la bicicletta, avevo già fatto tour in solitaria in Europa: centinaia di chilometri, io e la mia bici, a godermi a tutto tondo il paesaggio circostante. Un mio amico faceva già questa attività di tour a Roma». La vita è anche arrivare a un bivio, e prendere d’istinto la strada che sembra più scoscesa.
Daniele Bifulco ha lasciato il suo impiego, consapevole dell’azzardo che comportava la rinuncia ad un posto fisso. «Ho iniziato a fare questo lavoro a Roma per la Top Bike Rental, arrivando ad essere tra le più quotate guide che avevano». Poi, cinque o sei anni dopo, la voglia di tornare nella propria città natale per creare qualcosa di analogo ma tutto suo, per sé e per la propria terra.
Passione a Pedali propone al momento quattro differenti tour. Il primo è dedicato a Viterbo: si va alla scoperta del cuore autentico della città, tra fontane, piazze, palazzi storici e antiche chiese. Un viaggio tra i gioielli che la storia ha disseminato per noi, e che troppo spesso rimangono celati al nostro sguardo, tra abitudine e mancata valorizzazione. Altra pedalata indimenticabile è quella che Daniele ha pensato per portare i turisti alla scoperta della bellezza della nostra campagna e delle rovine etrusche: si segue la via Francigena e le antiche tagliate nella roccia, per arrivare alla suggestiva necropoli di Castel d’Asso. Per chi vuole avventurarsi in un percorso di difficoltà intermedia, ecco il tour di Villa Lante e gli antichi borghi di Bagnaia e Vitorchiano, passando per la basilica de La Quercia. Infine, il percorso più lungo e più appagante: una giornata tra le due eccellenze turistiche della Tuscia, Civita di Bagnoregio con i suoi calanchi e il lago di Bolsena, con i villaggi di pescatori e le bellissime isole.
«Mi piace pensare alla Tuscia come una grande ruota di bicicletta: il centro è Viterbo e i raggi sono le direzioni da prendere per andare a visitare le sue bellezze. È un territorio che per molti aspetti è ancora tutto da scoprire. Utile, anzi d’obbligo promuoverlo: c’è una tale infinità di risorse che andrebbero valorizzate. Chi viene nella Tuscia ha già visto l’Italia turistica canonica, quella dei percorsi classici previsti dalle agenzie. Qui possiamo offrire l’Italia vera, autentica, dove sopravvivono tradizioni secolari, dove il negozietto sotto casa è chiuso nella pausa pranzo. Che non è di per sé un problema, anche se ce lo fanno percepire così.
A volte è come se ci vergognassimo della nostra cultura e delle nostre abitudini, e finiamo per omologarci a paesi che non ci somigliano per niente». Come tutti gli operatori del settore turistico, anche Daniele ha le idee chiare in proposito. «Penso che a livello amministrativo generale non si coglie abbastanza l’opportunità che il cicloturismo e il turismo sportivo in genere, che sono destagionalizzati, potrebbero portare a livello economico.
Pensiamo a eventi sportivi come la Spartan Race di Orte e il loro grande indotto. Se si incoraggiassero, supportassero, promuovessero questi eventi, se si creasse una rete ricettiva che funziona, quale capitale di bellezza e opportunità potrebbe offrire il territorio? Nella Tuscia abbiamo un importante percorso europeo come la via Francigena, inserita nell’Eurovelo, che è il sistema di vie ciclabili in Europa. A Viterbo la Francigena sbuca pericolosamente dietro il cimitero, tra il traffico congestionato e la Cassia. Sarebbe opportuno creare un percorso sicuro che porta al centro, magari più lungo ma tale da far vedere un sacco di altre cose. Manca una progettualità, un unione di intenti fra energie buone. Ma bisogna attivarci noi per primi, perché l’attendismo non paga: se non fai, non cambia nulla».
Daniele ha appena aperto la sua attività, e ha già altri progetti da realizzare. «Una piccola guida dei sentieri della Tuscia, scaricabile on line. Con l’indicazione dei luoghi di interesse, ristoranti, strutture ricettive. Per fare rete». E per la prossima estate appuntamento con Passione a Pedali per un suggestivo giro di Viterbo in notturna. Per cogliere una volta di più gli scorci unici e suggestivi della nostra bella città, muovendoci alla velocità giusta.
www.passioneapedali.com
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