La Filarmonica di Berlino, la Biblioteca Nazionale Russa di San Pietroburgo, il Carcere di Halden in Norvegia, il Salk Institute di La Jolla in California, il Palazzo dell’Opera di Oslo e il Centre Pompidou di Parigi. Sono luoghi di memoria collettiva e di respiro internazionale, strutture con un’anima così potente che, per la prima volta, vengono svelate nel loro vivere quotidiano attraverso sei racconti di registi differenti. L’incredibile vantaggio della tridimensionalità nei documentari è quello di rendere possibile per lo spettatore un’immersione amplificata dentro a un luogo, permettendogli di percepire, in questo caso l’architettura, come un’esperienza in uno spazio reale. Una sfida affidata a Wim Wenders, Michael Glawogger, Michael Madsen, Robert Redford, Margreth Olin e Karim Aïnouz.
E’ nato così il nuovo documentario di Wenders “Cattedrali della Cultura 3D”, che sarà proiettato nelle sale cinematografiche solo per un giorno, martedì 21 aprile a Viterbo al Lux (intero elenco su: www.nexodigital.it). Gli spettatori, grazie all’uso del 3D, potranno entrare in luoghi simbolo dell’architettura moderna e avere la percezione di vivere un’esperienza quasi reale. Scopriranno così, sul grande schermo, la Filarmonica di Berlino, dimora dell’Orchestra Berliner Philharmoniker e icona della modernità, raccontata da Wim Wenders; la Biblioteca Nazionale Russa, impero silenzioso delle idee che si affaccia sulla Moskovskij prospekt, vista dagli occhi di Michael Glawogger; il Carcere di Halden, progettato dall’architetto danese Erik Møller e definito dal Time “la prigione più umana del mondo”, narrato da Michael Madsen; il Salk Institute, monastero delle scienze biologiche sulle rive dell’Oceano Pacifico, eletto a suo soggetto da Robert Redford; il Palazzo dell’Opera di Oslo, una simbiosi futurista tra arte e vita, vista dallo sguardo di Margreth Olin e, infine, il Centre Pompidou, macchina della cultura moderna della Capitale francese, raccontata da Karim Aïnouz.Il nuovo progetto di Wenders, distribuito da Nexo Digital e I Wonder Pictures, in collaborazione con Sky 3D, Sky Arte HD e Unipol Biografilm Collection, arriva dopo il successo del regista tedesco con “Pina 3D”, il tributo a Pina Bausch, che racconta la danza attraverso il linguaggio della tridimensionalità. Come spiega Wenders, ideatore del progetto e produttore esecutivo: “È stata una fortuna scoprire le potenzialità del 3D attraverso “Pina”, un’opera il cui soggetto, la danza, aveva un’enorme affinità con la tecnologia che stavamo usando…L’incredibile vantaggio della tridimensionalità nei documentari è quello di rendere possibile per lo spettatore un’immersione amplificata dentro a un luogo, permettendogli di percepire, in questo caso l’architettura, come un’esperienza in uno spazio reale”. Sei acclamati registi ce lo permettono.