Castagne, nella Tuscia dopo un decennio si torna a raccogliere

“Premiate il Made in Tuscia, scegliete le castagne locali, premiate i produttori locali che quest’anno, dopo quasi un decennio di produzione azzerata, sono tornati a fare raccolta”. Mauro Pacifici, presidente della Coldiretti di Viterbo, lancia un appello a favore delle aziende del territorio, invitando i consumatori a privilegiare l’acquisto di castagne locali. “Oggi il mercato mangia con gli occhi. È sbagliato. Non lasciatevi ingannare – aggiunge – dalla grandezza, dalla rotondità delle forme, dalla perfezione dell’aspetto, ma acquistate con fiducia quelle locali che, sebbene più piccole, sono uno scrigno di gusto, sapore e proprietà organolettiche”. La castanicoltura viterbese è in ripresa, dopo gli anni terribili del cinipide. La raccolta è agli sgoccioli. Per quanto riguarda i marroni la produzione, rispetto alla serie storica, è minore, siamo tra il 30 e il 50% dell’ultimo buon raccolto prima della crisi, quello 2009. “I primi dati sono inferiori rispetto alle previsioni. La siccità – spiega Alberto Frau, direttore provinciale della Coldiretti – non ha aiutato la maturazione dei frutti, le piante hanno sofferto delle temperature bollenti e della poca pioggia. Ma dobbiamo essere ottimisti perché, seppure timidi, registriamo segnali di ripresa. L’inversione di tendenza è un dato oggettivo in ciascuna delle zone vocate, come il comprensorio di Vallerano o sui Cimini. La raccolta è stata incoraggiante con la prospettiva, il prossimo anno, di tornare sui quantitativi abituali, quelli adeguati a garantire il reddito aziendale”. Il problema resta il prezzo e il successo commerciale determinato dal gradimento dei consumatori, inevitabilmente condizionati dalla consuetudine per cui anche l’occhio vuole la sua parte. Purtroppo la pezzatura delle castagne, ossia il numero dei frutti necessari per fare un chilogrammo di prodotto, non è elevata. Quelle autoctone si presentano – causa soprattutto la siccità – leggere e ridotte nelle dimensioni. “Ma è doveroso informare i cittadini e spiegare che le nostre sono comunque la sintesi della miglior qualità. Basta assaggiarle per verificare che, a dispetto delle apparenze, sono come sempre dolci, gustose, ricche di sali minerali e dei nutrienti che ne fanno in assoluto uno dei prodotti più sani e genuini” conclude Pacifici.

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