“Canale Mussolini parte seconda”: la passione di Pennacchi a Caffeina

Dieci anni di Festival e Pennacchi è per la quarta volta ospite a Caffeina di fronte ad un pubblico attento e pronto ad accogliere tutta la benevola, nostalgica e appassionata irriverenza dello scrittore che tra una sigaretta e un’altra fa divertire e ricorda la storia di un’Italia che fu.
Nel 2010 sul palco del Festival pochi giorni dopo la vittoria del Premio strega con Canale Mussolini, romanzo di grande successo che come racconta lo stesso scrittore, narratore epico del passato, “è un libro regalato dai nipoti ai propri nonni, a coloro che hanno letto tre, massimo quattro libri nella loro vita” dove protagonista è una storia che fin da piccolo sentiva dentro di dover raccontare. Ed ecco così che nella prima parte di Canale Mussolini si parte dalle vicissitudini della famiglia Peruzzi emigrata insieme a tante altre famiglie dal nord per bonificare le terre dell’agro Pontino e tra bonifiche, costruzioni di canali, edificazioni di nuovi borghi e città tra cui Littoria, fa da sfondo l’ascesa di Mussolini e il Fascismo, la guerra in Africa, la Seconda Guerra Mondiale e infine la caduta del regime stesso che aveva fatto credere in un avvenire migliore e più ricco. Canale Mussolini parte seconda inizia dal 25 Maggio 1944, ultimo giorno di guerra a Littoria che diventerà poi Latina, nel breve intervallo tra la partenza dei tedeschi e l’arrivo degli angloamericani, si racconta dell’esplosione del caveau della Banca d’Italia per mano nazista e della successiva ascesa economica del protagonista Diomede Peruzzi che ne svaligia il tesoro, potendo così poi costruire la sua carriera imprenditoriale a cui si affianca lo sviluppo di Latina e dell’agro pontino negli anni della ricostruzione, della guerra di Liberazione spostata al nord, il ritorno degli sfollati nelle città con i segni dei bombardamenti e la famiglia Peruzzi protagonista è schierata su tutti i fronti. Un bel ripasso romanzato della storia postbellica del nostro paese è ciò con cui Pennacchi intrattiene e affascina il suo pubblico nell’appuntamento a Piazza del Fosso, dove non mancano i riferimenti di chi come lui di cambiamenti ne ha fatti e vissuti in prima persona, finendo nel 1968 “laddove c’era casino” aderendo ai maoisti e ai movimenti di contestazione. Racconta dell’epistolario letto di Claretta Petacci e Mussolini da cui emerge la loro appassionata storia d’amore, così come quella scandalosa tra Togliatti e Nilde Iotti e altri aneddoti dopo l’attentato, delle emigrazioni in Argentina o in Belgio che hanno un lontanissimo e diverso sapore dagli odierni cervelli in fuga, della vecchia Democrazia Cristiana di Fanfani, della sinistra chic e di quella sinistra in cui lui si riconosce che è quella del progresso, della fabbrica, del lavoro e della produzione.
Alla fine dell’incontro dal pubblico si attendono domande ed ecco arrivare quella di un ragazzo giovanissimo che all’autore ne riporta alcune per conto della propria scuola sullo scrivere come e quando: “ Scrivo principalmente di notte, e la scrittura viene quando…Scrivi quando hai vissuto, scrivi quando hai l’urgenza, quando sono arrivati i dolori, ma bisogna sempre preparare gli strumenti per far uscire il talento…e allora leggere, leggere tanto ma soprattutto i classici. Credo che la felicità possa essere anche quella di aver prodotto un altro libro…come aver rispettato e fatto il proprio dovere che ti viene da dentro”.
Foto di Donatella Agostini:lo scrittore Pennacchi intervistato dal giornalista Giorgio Renzetti

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