Blitz Caffè: a tu per tu con Maurizio Ferri

Diego Galli

Le tipiche temperature estive stanno ormai lasciando spazio a un clima sempre più autunnale. Un locale, nel centro di Viterbo, si appresta ad aprire a una nuova stagione ricca di novità.
Il luogo, ben conosciuto ai frequentatori della movida viterbese, è lo stesso che da ormai 16 anni accoglie calorosamente chiunque sia alla ricerca di un posto caldo e amichevole. Ci troviamo in via della Sapienza e parliamo, chiaramente, del Blitz Caffè.
Ad accoglierci al suo interno, tra i conosciuti tavolini e la piacevole musica di sottofondo, c’è Maurizio Ferri, gestore del bar dal 2006, anno in cui suo padre decise di compiere un non indifferente cambiamento.

Come è nato il Blitz?

Il nome non l’ho inventato io. Mi piaceva e ho deciso di lasciarlo. Prima del Blitz avevamo una pompa di benzina presso la località XXX Miglia, non lontano da Nepi. Mio padre però era intenzionato a cercare un luogo più tranquillo dove non ci fosse bisogno di combattere ogni giorno con il caldo e con il freddo. Dopo appena sei mesi, decise che era arrivato il mio momento e mi affidò la completa gestione del locale. Da lì è cominciata la mia nuova avventura: ero un benzinaio e non avevo mai sentito parlare neanche di un mojito prima di allora. Il lavoro però cominciò presto a piacermi, anche per via del fatto che potevo relazionarmi con molte persone.

È stato difficile approcciarti a questo nuovo mondo?

La prima difficoltà è stata quella di dover appunto parlare con tante persone, a volte anche per un’intera serata, cosa ben differente da quel che facevo in precedenza. Poi, ho dovuto imparare da zero un mestiere, ma per fortuna ho potuto fare affidamento sui ragazzi che c’erano. In quasi dodici anni che sono qui ho avuto con me persone bravissime come Simone, Dario, Roberto, Carlo, Giovanna… che hanno contribuito al successo del locale e mi hanno insegnato questo lavoro. Ho cominciato pulendo i tavoli, spazzando il pavimento e servendo i clienti.

Sei un self-made man, allora…

Ho dovuto darmi da fare! E poi, ripeto, grazie ai collaboratori, che avevano più esperienza di me, mi è stata trasmessa una passione. Mi piace moltissimo questo lavoro, adesso. Mi permette di essere sempre aggiornato su tutto a 360° e di non fossilizzarmi mai. Dalla preparazione dei cocktail al pranzo, dato che copriamo una fascia oraria molto grande, abbiamo sempre introdotto novità nel Blitz. Sono stati tutti stimoli che mi han sempre spronato a migliorare. In un certo senso è un lavoro che mi mantiene giovane, anche se i turni di lavoro a volte sono massacranti e recuperare le ore di sonno perdute è impossibile.

Che tipo di clientela accoglie il Blitz?

Sicuramente è una clientela che viene a rilassarsi. Qui possono trovare persone che da dietro il banco sanno quando interagire e quando no, senza mai disturbare. Poi ci stanno i ragazzini che fan sega la mattina a scuola… siamo ben nascosti! Scherzi a parte, diciamo che la media è abbastanza alta: andiamo dai 25 anni fino ai 40, anche 50. Dipende poi dalla fascia oraria ma abbiamo di tutto: chi viene per fare colazione, chi per pranzare e chi per trascorrere la serata. Sicuramente non siamo un’attrazione per i più piccoli. Invece di puntare sugli shot, per esempio, contiamo più su una scelta più ampia di rhum. Di conseguenza c’è una certa selezione naturale.

Avete anche molti universitari e studenti americani, vero?

Sicuramente gli americani sono ancora una bella fetta, una clientela davvero simpatica e di compagnia. Come studenti sì, ma forse un po’ meno rispetto al passato. Anni fa c’erano tantissimi calabresi, siciliani e altri universitari provenienti da fuori regione, attirati dalla facoltà di Beni Culturali… Ora tutte le università si trovano dappertutto, magari anche troppo.

Troppe università? Cosa intendi?

Penso che mettere università ovunque abbia ridotto non solo il flusso e il movimento dei giovani da una città all’altra, ma anche la qualità del servizio universitario offerto. Se le università fossero, per dire, 10, allora i fondi a loro disposizione sarebbero di più, gli iscritti anche e l’offerta formativa sarebbe migliore. Le grandi università perché sono grandi? Perché hanno i professori migliori e perché fanno attività più interessanti. Se ti ritrovi a dover coprire tutto il territorio hai invece tantissime realtà ma tutte minuscole, che ristagnano e che magari accettano professori meno preparati.

Parlaci ora della tua nuova offerta, cosa ci propone la nuova stagione del Blitz?

Ripartiamo mercoledì 20 con la stagione musicale, alle 22.00 si esibiranno i “Groove Up”. Il resto della programmazione è pronta e fino a dicembre/gennaio siamo apposto. Quest’anno avevo intenzione di puntare di più sulle degustazioni, un mio vecchio tallone d’Achille. Giovedì 21 cominceremo con pizza e birra, offrendo una selezione di birre dei Mastri Birrai Umbri come accompagnamento consigliato a dei tranci di pizza. Voglio anche inserire delle pietanze diverse per l’aperitivo, qualcosa di caldo per chi vuole mangiare con noi senza andare proprio a cena… ma andremo per gradi, per trovare a ogni cosa il giusto spazio.

La pedana esterna tornerà?

L’ho tolta, come ogni anno per Santa Rosa. La nostra è una via di fuga e, ovviamente, è giusto che resti libera per ogni evenienza… quello che mi chiedo è perché a via Marconi non è stata imposta la stessa cosa. Mi è sembrata una cosa strana. Non chiedo che anche a me venga data la possibilità di mantenere i miei spazi durante il passaggio, ma siamo in un periodo particolare, dove si parla sempre di terrorismo e sicurezza. Quello è il percorso, e forse dovrebbe essere completamente sgombro. In ogni caso, non so se la pedana tornerà dato che i tavoli fuori mi piacciono anche così. Ora dovrò introdurre delle fioriere e altri elementi, così da delineare meglio gli spazi e abbellire l’area. Con la pedana c’era il problema di uno spazio limitato e scomodo, senza posso invece allestire tavoli anche di dieci persone.

E le mostre artistiche e fotografiche? Le rivedremo presto?

Sì, ma in una formula diversa. Di gente che sappia dipingere bene ne possiamo trovare moltissima ma dopo aver esposto opere di un certo livello è dura reggere il confronto. Con l’aiuto di Francesco Cerra il Blitz ha potuto ospitare mostre eccellenti, come quella di Anna Capolupo, una ragazza bravissima che sta vincendo una moltitudine di premi a Berlino. Dopo di lei son passate di qui anche personalità del calibro di Balestrieri, Chiara Valeri e altri. Quando hai toccato il massimo è dura mantenerlo. Per questo ho deciso di accantonare le mostre mensili, ci saranno però delle esposizioni più lunghe magari, quando capiterà l’occasione. Due o tre mostre all’anno, purché siano valide.

Cosa chiederesti all’amministrazione comunale di Viterbo?

Non voglio essere critico. Non seguo molto le vicende comunali, non perché io non ci creda ma per un fattore di tempo a disposizione. Secondo me la stagione turistica è stata molto intensa, più del solito. Ora dobbiamo vedere se questi turisti torneranno. Un fattore importante è sicuramente la pulizia della città, ma non credo che sia un problema solo del Comune… Tutti dovremmo fare la nostra parte e sporcare di meno. Un altro problema è il fatto che il centro della città sia sempre meno abitato. Si dovrebbe trovare il modo di farlo vivere meglio. Non capisco chi si lamenta di una possibile chiusura al traffico a San Pellegrino. In questa zona è chiuso da anni e si sta bene. Dovremmo fare tutti un piccolo sacrificio. Non si può passeggiare con i propri figli sempre con il pensiero che una macchina ti passi a un millimetro.

Consideri Viterbo una città tranquilla, tutto sommato?

La madre dei cretini è sempre incinta. Salvo dei casi sporadici, Viterbo è tranquilla. Soprattutto qui, che c’è meno calca rispetto a San Pellegrino. È capitato qualche piccolo incidente negli anni passati, ma sono parentesi superate e non mi resterà di certo un ricordo negativo in merito. Mi sento tranquillo e mi sembra che lo siano anche i miei clienti.

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