Andrea Spigoni: la Cooperativa Alice impresa sociale e territorio

andrea spigoni

La Cooperativa Sociale Alice rappresenta un valido esempio di impresa sociale, basata su un ideale autentico di solidarietà, e sul principio di mantenere vivo il legame con il territorio che la circonda. Si occupa di servizi alla persona, rivolti in particolare a persone con disagio psichico, persone disabili sia adulti che minori, persone con problemi di dipendenze, anziani, adolescenti e persone migranti richiedenti asilo. È anche un’impresa agricola sociale che si pone l’obiettivo di proporre modelli di vita diversi da quelli attualmente prevalenti, attraverso attività di educazione ambientale e alimentare.

Ne è presidente Andrea Spigoni, romano trasferito nella Tuscia nel 1996 che, insieme agli altri soci, cerca di dare risposte concrete per favorire l’inclusione sociale attraverso il recupero di abilità, di dignità, attraverso la formazione, il lavoro e attraverso azioni educative.

“Mi sono avvicinato al mondo del sociale partecipando come tutor a un corso di formazione per florovivaisti, rivolto a persone disabili e con problemi psichiatrici, nel quale ho conosciuto la Cooperativa Sociale Alice, che garantiva aspetti logistici. Finito il corso la Cooperativa e la Asl hanno deciso di proseguire l’attività florovivaistica presso le strutture di un vivaista che aveva partecipato al corso come docente e, per seguire il gruppo di ragazzi individuato e inserito in questa attività, hanno offerto a me e a un agronomo di fare gli operatori. Così, mentre facevo un corso per educatore professionale, ho cominciato a lavorare con Alice in questa attività sperimentale, innovativa, oggi chiamata agricoltura sociale, e che a distanza di quasi vent’anni è diventata una legge dello Stato, esattamente nel 2015. Il mio percorso in Alice è proseguito come educatore in un centro diurno per persone disabili, anche questo uno dei primi esempi di integrazione socio sanitaria, nato nel 1998 nel distretto socio sanitario VT2. Nel 2001 sono diventato consigliere di amministrazione e alla fine del 2003 sono stato eletto presidente”.

Da allora Andrea con il suo impegno ha contribuito, insieme a tutti i lavoratori della Cooperativa, alla crescita di Alice, fino ad arrivare all’attuale struttura nella quale sono coinvolti circa 170 lavoratori, che ha chiuso il bilancio dello scorso anno con un fatturato di poco superiore ai tre milioni e che cerca di dare risposte ai tanti bisogni espressi in questo territorio dalle molte persone che vivono diverse situazioni di disagio.

“Alice è accreditata presso la Asl di Viterbo per la gestione di Piani Assistenziali Individualizzati (PAI) per conto del servizio di Neuropsichiatria Infantile, il servizio Disabile Adulto, il Dipartimento di Salute Mentale e l’area Anziani. Svolgiamo presso le nostre strutture, Ortostorto a Montalto di Castro e Fattoria di Alice a Viterbo, attività riabilitative in ambito agricolo per conto della Asl di Viterbo e per conto dei Comuni, in favore di persone disabili, persone con problemi psichici e con problemi di dipendenza. Nelle due fattorie viene, inoltre, realizzata un’attività di impresa agricola, attraverso la cooperativa sociale Fattorie Solidali, che è uno spin off di Alice, costituita per dar gambe a un’attività produttiva che oggi ci vede presenti in diversi mercati della provincia, presso i punti vendita aziendali attraverso gruppi di acquisto e che da quest’anno ci ha permesso di lanciare Sémina, la linea di prodotti trasformati che realizziamo nel laboratorio di Viterbo”.

Alice è questo e molto altro ancora. In particolare è impegnata nella gestione del centro diurno per disabili adulti del distretto socio sanitario VT2, attraverso laboratori teatrali, l’attività velica a riva di Traiano, attività sportive in piscina e in palestra, laboratori di arti espressive, arti grafiche e musicali, laboratori artigianali, informatici, di autonomia sociale e abitativa e tanto altro; ha avviato con la Asl, i Comuni di Tarquinia e di Canino un centro diurno per anziani affetti da Alzheimer, che a breve partirà anche a Civita Castellana dove sarà gestito con la cooperativa sociale Gea di Nepi; garantisce assistenza domiciliare ad anziani e a persone disabili nel distretto socio sanitario VT2, attività di sostegno a minori con disagio e con disabilità in età scolare; collabora con la Croce Rossa Italiana di Canino per il servizio 118; gestisce il centro di aggregazione giovanile di Tarquinia e collabora con le Officine delle Arti e dei Mestieri di Canino e di Acquapendente; eroga servizi di pulizia per enti pubblici, per aziende private e condomini. Inoltre c’è Picasso, un settore di attività di arti grafiche, serigrafia, ricamo e stampa; alcune strutture di ricezione turistica, presso la Fattoria Ortosrtorto a Montalto di Castro; un casale sul mare a Spinicci, Tarquinia; un casale nella Riserva Naturale di Monte Rufeno; insieme a un imprenditore turistico locale, la gestione dell’eco albergo di Acquapendente. E infine un servizio nuovo e particolarmente importante: l’accoglienza per persone migranti richiedenti asilo, che Alice gestisce in Ati con la Cooperativa Sociale Gea. “Per il secondo anno ci siamo accreditati presso la prefettura di Viterbo per rispondere al bisogno di prima accoglienza di persone migranti. Teniamo molto a questo progetto perché lo realizziamo in modo diverso dalla maggior parte degli altri enti gestori. Con la cooperativa Gea garantiamo un’accoglienza diffusa, in diversi appartamenti che abbiamo affittato nei comini di Tuscania, Tarquinia, Viterbo e Fabrica di Roma. Riteniamo che questo modello di gestione sia più dignitoso e maggiormente rispettoso dei bisogni dei singoli individui, che nel nostro caso devono gestire in autonomia la loro vita quotidiana, la casa, la preparazione dei pasti etc. Il lavoro è sicuramente più impegnativo per via della distribuzione geografica, ma abbiamo anche riscontrato che l’impatto sulla popolazione è decisamente ridotto rispetto alle strutture che ospitano 40-50 persone, soprattutto in un territorio come il nostro dove i paesi sono di dimensioni medio piccole”.

Ed è proprio il legame con il territorio l’obiettivo primario che si pone Alice, finalizzato alla costruzione di un modello sociale dal quale nessuno si senta escluso, per nessun motivo. “Tutte le nostre attività hanno un legame molto forte con il territorio. Teniamo moltissimo al lavoro con i bambini e con i giovani, perché siamo profondamente convinti che sia necessario proporre modelli di vita diversi da quelli attualmente prevalenti. Per fare tutto questo riteniamo sia fondamentale un’azione di rete. Noi collaboriamo con tante altre realtà del privato sociale e non solo: abbiamo un legame molto forte con l’Afesopsit, un’associazione di familiari con cui condividiamo la Fattoria di Alice, una struttura che tengo a dire, ci è stata donata da una coppia di cittadini Viterbesi, Teresa Blasi e il compianto Carlo Pesciotti; siamo in associazione temporanea di impresa in servizi con la Cooperativa Sociale Sinegie, con la Cooperativa Sociale Gea e con la Cooperativa Sociale Punto e a Capo; sosteniamo attraverso un supporto amministrativo e progettuale le associazioni culturali Dark Camera e I Tusci, aderiamo a Parsifal, un consorzio di Cooperative Sociali, alla CNA, a Legacoop, a Uecoop e a Libera, abbiamo avuto il sostegno di Viterbo con Amore per alcuni progetti, collaboriamo con tanti altri soggetti, associazioni, istituzioni e reti territoriali. Abbiamo nel tempo garantito sviluppo e lavoro per circa 170 persone residenti in molti paesi della provincia, da Acquapendente a Civita Castellana, di questi alcuni sono persone che difficilmente avrebbero trovato spazio nel “normale” mercato del lavoro, persone con problemi di dipendenza, con disagio psichico, con  disabilità, migranti, over 50, oltre a tante donne, anche sole, con figli che sentono di poter contare non solo su un lavoro ma anche su una struttura di sostegno, come ognuno di noi”.

E poi c’è il progetto Crocevia. “Insieme alla Cooperativa Sociale Fattorie Solidali, la Cooperativa Sociale Gea e la Cooperativa Sociale Punto e a Capo, abbiamo vinto il bando che assegnava un bene confiscato alla mafia nel comune di Nepi. Il progetto prevede la realizzazione di una struttura agricola sociale, in cui abbiamo immaginato attività agricole, di allevamento, di ristorazione, vendita di prodotti locali, in particolare con valore sociale e spazi per laboratori riabilitativi in favore di persone con disabilità, disagio psichico e problemi di dipendenza. La struttura vorremmo che avesse un forte legame con le scuole, non solo del territorio, e con la popolazione, proprio per evidenziare il valore della restituzione alla collettività di un bene confiscato alla Mafia”.

E infine l’avvio di un percorso di fusione con la Cooperativa Sociale Sinergie di Formello, un percorso lungo, importante, che metterà Alice in condizione di ampliare il suo raggio di azione, di mettere a sistema le diverse esperienze, di proporsi in un modo nuovo nei diversi territori dove già è presente.

Insomma, Alice è una Cooperativa innovativa che deve tutto ai propri soci e ai propri lavoratori, persone che svolgono il loro lavoro con professionalità, attenzione e molta passione. “Il futuro di Alice lo immagino bello. Immagino una Cooperativa Sociale che abbia sempre di più nel suo dna le caratteristiche più belle e più nobili della cooperazione, della partecipazione, della democrazia, del rispetto, delle pari opportunità e della mutualità, in cui ognuno di quelli che la vivono si possano ritrovare, un ambiente dove sentirsi sostenuti, dove poter investire per la propria realizzazione professionale, su cui poter contare per costruirsi un progetto di vita”. 

COOPERATIVA ALICE

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