Andrea Alessi: Museo di Acquapendente esperienza unica

Andrea Alessi ha 42 anni, una laurea in conservazione dei Beni culturali conseguita nel 2001 con il massimo dei voti, una specializzazione triennale e in corso un dottorato di ricerca presso l’Università della Tuscia. Si occupa di arte da ben 16 anni. Ha collaborato a prestigiose mostre internazionali. Dalle prime, targate 2004, sulla “Pietà” di Sebastiano del Piombo a cura di Claudio Strinati e Anna Lo Bianco e quella a cura di J. T. Spike su Mattia e Gregorio Preti, entrambe a Viterbo, sino alle esposizioni prestigiosissime di Palazzo Venezia a Roma e della Gemäldegalerie di Berlino su Sebastiano del Piombo, sempre a cura di Strinati, all’epoca, nel 2009, soprintendente speciale dei musei di Roma.

È anche uno specialista di pittura rinascimentale e di architettura del ‘500, che lo hanno portato a collaborare con accreditati istituti di ricerca, CNR e CRD, importanti università italiane ed estere dove ha lavorato per quasi 10 anni con studiosi di fama internazionale come Christof e Sabine Frommel, Bruno Adorni, Marcello Fagiolo, Margherita Azzi Visentini e moltissimi altri. Ha scritto diverse monografie e saggi, collaborato con riviste come “Bollettino d’arte”e da 5 anni è coordinatore editoriale della rivista scientifica del Consorzio biblioteche di Viterbo, “Biblioteca & Società”.

Dall’aprile del 2016 è Direttore Scientifico del Museo della Città di Acquapendente. Gli obiettivi scientifici ed espositivi che si è posto al momento del suo incarico erano davvero molti. “Partendo dalla visibilità del museo ho molto lavorato affinché si conoscesse la struttura anche tra gli addetti ai lavori, promuovendo mostre, ideando iniziative che attraessero il pubblico potenziale che transitava per la Francigena ed entrava inizialmente solo in basilica. Tramite un’accorta campagna stampa, avvalendomi dei canali social, abbiamo costruito una pagina Wikipedia, un profilo Facebook del museo, cambiato identità della struttura, prima si puntava solo sulla ceramica, e proposto un modello di efficienza e professionalità che è stato subito notato non solo dalla stampa locale ma anche da quella nazionale”.

Tutto questo, ad un anno dal suo insediamento, ha portato ad un bilancio davvero ottimo. “Abbiamo pressoché raddoppiato i visitatori ad appena 6 mesi dal mio insediamento, realizzato due mostre molto apprezzate da pubblico e dalla critica, “Gli eccellenti falsi di Raffaello” e “I mai visti”, entrambe aperte al pubblico e rimodernato l’ambiente, ora più adatto a tutti i target di utenza. Abbiamo inoltre attivato, tramite i QR code, la possibilità di poter visionare il museo anche in inglese. Abbiamo dato voce ai visitatori e ascoltato i loro pareri. I feedback dei turisti che visionano una struttura, soprattutto quelli negativi, sono assolutamente indispensabili per migliorare anche di molto l’offerta proposta”.

Andrea non vive ad Acquapendente, ma crede di aver ben compreso i suoi punti di forza. Partendo dalla vicinanza con l’Umbria, la Toscana e con Roma ha cercato di far comprendere al pubblico potenziale che la visita al museo deve essere un’esperienza gratificante, appagante e unica. Ora la carica di Direttore Scientifico sta per volgere al termine. Ma ha ancora tanti progetti per potenziare le varie sale del museo e renderle ancora più fruibili ai visitatori. “Il museo è secondo solo a quello di Viterbo per quantità di reperti, oltre 1200, e qualità di offerta espositiva. Conta pezzi incredibili, di grande valore economico e storico-artistico come il busto di Innocenzo X Pamphilij di Alessandro Algardi, il San Bernardino di Sano di Pietro, la Madonna con Bambino e San Giovannino del Maestro di Marradi, la cimasa della pala d’altare di Girolamo di Benvenuto, alcune opere di Nasini e le due tele di Terenzio Terenzi, abile falsario di Raffaello, oltre a molti arredi liturgici e ceramiche medievali. Partendo dal presupposto che si può fare sempre meglio, credo di aver intuito subito su cosa puntare per farlo diventare un museo tra i più apprezzati del territorio. La prima cosa che ho fatto, appena entrato in museo, è stata quella di aggiungere delle sedute comode in ogni sala, che mettessero a proprio agio il turista. Abbiamo reso accessibile e chiaro il percorso del visitatore nella struttura, permettendogli di potersi informare anche in autonomia attraverso una pannellistica chiara, ben leggibile e adatta a qualsiasi livello di utenza. Abbiamo inoltre, quando possibile, abbattuto molte delle barriere architettoniche esistenti, che permettevano una visione limitata e parziale delle opere d’arte. Se parliamo di cosa migliorare, penso invece all’accorpamento delle tre sedi in una. Il modello che mi sono trovato a gestire, strutturato in un museo diffuso, articolato su tre sedi, Torre Julia, Palazzo Vescovile e pinacoteca di San Francesco, sia superato e ingestibile oltreché troppo oneroso per un comune che conta quasi 6000 persone. Abbiamo in animo di accorpare prossimamente le tre sedi e fornire un modello virtuoso che possa attrarre un pubblico ancor più vasto di quello che contiamo oggi. Stiamo lavorando alacremente in questo senso”.

Il critico e scrittore Claudio Strinati colloca la figura di Andrea Alessi tra gli storici dell’arte più brillanti degli ultimi tempi. “Giudizio certamente molto lusinghiero. Claudio Strinati è uno degli studiosi di fama internazionale più apprezzati in Italia e all’estero, il suo parere è per me da sempre fondamentale. Uno sprone a fare meglio, sia come studioso sia come dirigente di una struttura museale”.

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