Alla scoperta di Bassano in Teverina guidati da Simonetta Celli

Luciano Pasquini

Il luogo lo conosce come le sue tasche. Ma il suo più che un lavoro è una vera passione, ce lo conferma in un pomeriggio luminoso, lungo le viuzze del borgo di Bassano in Teverina. Simonetta Celli è una accompagnatrice turistica del Gruppo Archeologico Bassanese, che come altre associazioni di volontariato, operano sul territorio, dove gli associati riescono con i pochi mezzi a disposizione ad erogare un servizio importante, per mantenere vivo l’interesse per la storia della Tuscia, per avvalorarlo nel richiamo turistico. L’itinerario comincia alla rinomata Torre dell’orologio, posta all’ingresso del paese,si innalza per 25 metri, alla sommità un orologio con il quadrante in maioliche settecentesche, realizzate a mano. Solo pochi anni fa si è scoperto durante dei lavori di consolidamento, che all’interno si nascondeva un campanile romanico, appartenente all’annessa chiesa di S. Maria dei Lumi. La Torre dell’orologio fu eretta in epoca rinascimentale, utilizzando materiale locale: peperino e caio . Il campanile sopra la base, si compone di ordine di bifore e trifore, in mattoncini di cotto rosso, sorrette da pregevoli colonnine in peperino raffiguranti soggetti antropomorfi e zoomorfi che ne dividono i vari piani del campanile, al contempo ne costituiscono una peculiarità importante. Sono passati più di cinque secoli prima che questa eccezionale scoperta potesse essere riportata alla luce, stupendamente conservata. Un moderno ascensore permette di raggiungere i vari livelli, compresa la sommità, da dove si gode una visita impareggiabile della valle del Tevere teatro della sconfitta dell’esercito Etrusco da parte dei Romani che segnò l’inizio il loro declino. Successivamente nella seconda guerra mondiale fu teatro di cruenti scontri con la parziale distruzione del paese. Nel 2003 sono stati posti dei specchi alle pareti interne della torre dell’orologio che rimandano l’immagine del campanile, cosi come doveva apparire in origine. Emozionante salire le scale nell’intercapedine, tra la torre e il campanile, larghe non più di cinquanta centimetri, dove si sfiorano i decori, le colonne, gli archi in mattoncini rossi… la storia. Il Gruppo Archeologico Bassanese con l’aiuto del Comune e del CAI sta predisponendo dei percorsi attrezzati allo scopo di rendere completa l’offerta turistica di questo piccolo e incantevole Borgo che consertva tanti piccoli tesori.Dal Belvedere si può ammirare un ampio panorama della sottostante valle del Tevere e dei paesi umbri.Sono cinque le bellissime chiese visitabili: Madonna della Quercia, Immacolata Concezione, dei Santi Fidenzio e Terenzio dedicata ai due santi patroni della città. Ma è Santa Maria dei Lumi vecchia sede parrocchiale di Bassano in Teverina che posta in corrispondenza della porta d’ingresso all’antico borgo del paese accoglie il visitatore e si espone in tutta la sua bellezza, accoglie tre dipinti: uno raffigurante il Battesimo di Gesù, un altro raffigurante S. Antonio Abate ed infine un terzo raffigurante la Crocifissione è sede ricercata per concerti. Fu di Mario Castellacci grande commediografo e sceneggiatore il sogno di riportare in vita questo splendido angolo della Tuscia,e il suo borgo antico diviene così un palcoscenico naturale,coinvolgendo all’epoca tutto il gruppo del mitico ‘ Bagaglino’ di cui fu uno dei soci fondatori insieme a Ninni Pingitore. Lo scorso novembre le luci della ribalta hanno provato a riaccendersi: 18 musicisti ,4 circensi ,8 fotografi, i produttori agricoli,gli artigiani… hanno dato vita vita nei vicoli e nelle piazze a musica, voci, chitarra con sfumature dal blues al pop, a corredo la gastronoma locale con l’eccellenza della Tuscia. In tanti hanno riprovato a “ raccontare le meraviglie e le bellezze di questo borghi della Tuscia che pur protetto dalla sua naturale bellezza ha bisogno di essere vivacizzato . A fine visita una sosta al Chioschetto, in cui tre donne giovani del posto si sono rimesse in gioco , rendendo un servizio continuato da mattina a sera. Grazie a Simonetta Celli e al suo Gruppo Archeologico Bassanese che non interrompono mail il racconto del proprio luogo e ci hanno fatto scoprire di Bassano in Teverina qualcosa in più.

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