Alessandro Labate: la mia vita sempre “in piega” e a tutto gas

Cristiano Politini

Attitudine, grinta e tanta passione: questo è il mondo delle corse per Alessandro Labate, diciannovenne pilota portacolori della Tuscia nel Campionato Italiano Supermoto. Alessandro è un ragazzo che ama i motori come molti dei suoi coetanei, ma che ha applicato alla passione il talento nella guida. Nella sua vita da pilota si sta togliendo molte soddisfazioni, in particolare grazie a mamma Barbara, che lo segue su tutte le piste e che ha fatto molti sacrifici economici per consentire al figlio di correre.

Labate si è raccontato a TusciaUp, parlando del suo modo di vivere le corse, con la passione e l’amore che nutre per questo sport.

Partiamo dall’ultimo successo: cosa ha significato vincere nella gara di casa lo scorso maggio?

È stato bellissimo, un weekend perfetto. Mi sentivo pronto e nonostante un problema tecnico sono riuscito a vincere e a salire sul gradino più alto del podio. Vincere è sempre bello, ma farlo davanti agli amici e sul circuito dove sono cresciuto lo è ancora di più.

Com’è stata la tua prima volta in moto?

La mia prima volta su una mini moto è stata quando avevo sette anni, mi era stata prestata da un amico di famiglia. Non l’ho guidata in pista, bensì in un piazzale sotto l’occhio attento dei miei genitori. Da lì è stato subito amore e a quattordici anni, grazie ai sacrifici di mia madre, abbiamo comprato una moto da cross 250 quattro tempi. Successivamente l’abbiamo trasformata in motard e ho iniziato a girare. Non avevo esperienza né tanto meno aiuti, guardavo i più forti cercando di captare il loro stile di guida e i segreti del motociclismo. Giro dopo giro è nato l’Alessandro Labate pilota.

Come sei arrivato alla decisione di gareggiare?

Quasi per scherzo. C’era una gara regionale a Viterbo e abbiamo deciso di iscriverci. Era il 2014 e mi apprestavo ad esordire sul circuito di casa. È stata un’emozione unica, inizialmente ero veramente teso ma poi ho preso confidenza e ho iniziato a gareggiare senza pensieri. In quel weekend chiusi con con un quarto posto al regionale e una top ten nel Campionato Italiano, che per un rookie non era niente male.Poi ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare con Maurizio Lucarini a cui devo molto, per tutto quello che ha fatto e sta facendo per me. E’ un onore e una fortuna averlo al mio fianco, poiché sono poche le persone con la sua esperienza nel settore e gliene sono molto grato

Nel 2015 arriva la vittoria al  Campionato Italiano 250 Under 24, te lo aspettavi?

Sinceramente no. Era il mio primo anno nella classe 250 del Campionato Italiano Under 24 e avevo solo 16 anni. È stato un campionato bellissimo. Ricordo che prima delle qualifiche della gara d’esordio ero molto agitato, però non appena si è acceso il semaforo verde mi sono concentrato sull’obiettivo e ho pensato solo a spingere. Ho iniziato forte e nel mio primo anno da pilota ho vinto subito un campionato nazionale.

Dopo il titolo sei passato nella classe 450. Come ti stai trovando con questa nuova moto?

Il 2016 è stato un anno con alti e bassi. Non è stato facile adattarsi alla nuova moto e a uno stile di guida diverso. Il 2016 è stato un anno positivo nel quale ho fatto molta esperienza. Quest’anno sono rimasto nello stesso campionato con il team Phoenix Racing Team e sono sempre seguito da Maurizio Lucarini. Mi sto trovando bene con la squadra e l’obiettivo è quello di vincere il campionato. Attualmente sono secondo e darò il massimo per cercare di conquistare il titolo.

Cosa ti ha permesso di fare il salto di qualità nella stagione 2017?

Il lavoro svolto con il mio preparatore atletico Arturo Di Mezza e con il coach Maurizio Lucarini si è visto. Sono decisamente un’altra persona e un altro pilota, che ha cambiato approccio e mentalità al lavoro. Avere due persone come loro al mio fianco è una marcia in più e ogni giorno riesco ad apprendere qualcosa di nuovo grazie ai loro consigli. Credo fermamente che non ci siano limiti, siamo noi ad imporceli, se vuoi lottare per qualcosa, specie nel motorsport, devi allenarti molto e credere in te stesso fino alla fine.

Chi sono i tuoi idoli?

Il mio primo idolo era Loris Capirossi, sono cresciuto seguendo le sue gare. Oggi non ho un idolo in particolare, ogni pilota ha le sue caratteristiche e di ognuno cerco di capire i punti di forza e il loro modo di guidare.

Cosa pensi del motociclismo nella Tuscia? Ti piacerebbe esserne il porta bandiera?

Il problema principale è che il motociclismo è considerato uno sport minore e i bambini difficilmente si appassionano a questa disciplina. I motori in Italia sono messi in secondo piano e gli altri sport, come il calcio, godono di maggiore visibilità maggiore. Nella Tuscia non c’è una grande tradizione motociclistica, ma fortunatamente abbiamo una pista che ci consente di allenarci e che rappresenta un punto di ritrovo per tutti gli appassionati. Mi sento parte di questo territorio e mi piacerebbe che questo sport crescesse maggiormente nella Tuscia.

In conclusione, cosa è per te il motociclismo?

Il motorsport è tutta la mia vita, una passione che non abbandonerò mai. Significa sacrificarsi, cercare di dare sempre il massimo e superare i propri limiti. È uno sport che non ammette errori e per questo bisogna sempre ricercare la perfezione.

Con quale messaggio vuoi salutare i  i tuoi tifosi   e i nostri lettori..

Il messaggio è quello di assaporare l’emozione di correre davanti a tutti loro.

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