Festival Barocco “Alessandro Stradella” 2019 tocca a “L’inferno abbattuto”

Per il Festival Barocco “Alessandro Stradella” 2019, in arrivo due inediti appuntamenti nella sezione speciale “Musicisti della Tuscia: passato e presente”.

Tocca a “L’inferno abbattuto – Ovvero il trionfo di Santa Maria Liberatrice di Viterbo” (1715): un oratorio sacro ispirato al miracolo mariano del 1320 e dedicato al vescovo Michelangelo Conti (futuro papa Innocenzo XIII). Si tratta di opera del compositore viterbese Cintio Vinchioni, maestro di cappella della nostra cattedrale per oltre trent’anni all’inizio del ‘700.

In realtà, le musiche de “L’inferno abbattuto”, composte su libretto del notaio e accademico degli Ardenti Girolamo Curti, non esistono più: scomparse chissà quando e chissà dove.

Così, entro una cornice narrativa condotta da Antonello Ricci e dal m° Gino Nappo, verranno riproposti, in una sorta di “restauro” sperimentale a cavallo tra musica, poesia e racconto, episodi del testo letterario alternati da cinque salmi.

Tali preziosi spartiti, praticamente gli unici del talentuoso Vinchioni giunti fino a noi, sono stati recuperati e trascritti dal m° Stefano Silvi.

Sarà proprio quest’ultimo a dirigere in prima esecuzione moderna l’ensemble “Il setaccio musicale”. Verranno proposte anche musiche di Massenzio (Ronciglione) e del Grassi.

Primo appuntamento: sabato 14 settembre a Ronciglione (chiesa di San Sebastiano). Si replica domenica 15 a Viterbo, chiesa di S. Maria Nuova. Entrambi gli appuntamenti, ingresso libero, avranno inizio alle ore 18

“L’INFERNO ABBATTUTO”
Torna l’oratorio sacro composto nel 1715 da due artisti viterbesi
in ricordo del miracolo mariano del 1320 e dedicato al futuro papa Innocenzo XIII

“L’inferno abbattuto”. Un compositore viterbese, Cintio Vinchioni, fu maestro di cappella nel duomo della sua città nel primo trentennio del XVIII secolo e autore di numerosi oratori dei quali però si sono perse le musiche, restandocene solo i libretti. Uniche testimonianze musicali della produzione del maestro sono due cicli di salmi manoscritti, conservati nella biblioteca del conservatorio Santa Cecilia di Roma.

La trascrizione della raccolta più antica, curata da Stefano Silvi, ha presentato non pochi problemi per lo stato di conservazione del manoscritto e la presenza di incongruenze ed errori dovuti probabilmente all’inesperienza del copista.

Lo stile già decisamente settecentesco delle composizioni, pur allontanandosi dallo stile osservato di scuola romana, mantiene la tipica alternanza tra soli e tutti. Curioso considerare che proprio nel periodo di composizione dei salmi il giovane Händel frequentasse l’ambiente romano soggiornando spesso a Vignanello, ospite dei principi Ruspoli. Il manoscritto oltre i consueti cinque salmi composti da Vinchioni, contiene anche un “Magnificat” di Francesco Grassi, detto il Bassetto, maestro di cappella a San Giacomo degli Spagnoli in Roma.

Introducono i brani settecenteschi due versioni dell’inno “Ave Maris Stella” del compositore Domenico Massenzio di Ronciglione: pur essendo autore del primo Seicento, nelle sue numerose composizioni sacre si avverte già chiaramente il passaggio dalla polifonia palestriniana (fu infatti allievo di Nanino) al nuovo stile concertato.

L’idea del programma deriva dalla volontà di operare una sorta di restauro, alternando alle musiche “salvate” di Vinchioni frammenti del libretto di uno dei suoi oratori. L’Inferno abbattuto (1715), testo del notaio e accademico degli Ardenti Girolamo Curti, è ispirato al ricordo di un miracolo mariano accaduto in Viterbo nella primavera del 1320 ed alla splendida leggenda che ne fiorì. Ciò nel tentativo di restituire il clima musicale e letterario della Viterbo del primissimo Settecento. In questo viaggio attraverso i secoli, guiderà il pubblico il narratore Antonello Ricci, tra cronache e testi letterari.

“L’inferno abbattuto – Ovvero il trionfo di Santa Maria Liberatrice di Viterbo” a cura di Gino Nappo e Antonello Ricci. Ensembre “Il setaccio musicale”, direttore m° Stefano Silvi.

Soli: Vanda Fontana (soprano); Serenella Isidori (alto); Roberto Mattioni (tenore); Stefano Osbat (tenore); Gino Nappo (basso). Coro: Francesco Bracci, Letizia Braccini, Elisabetta Brunialti, Roberta Ciapica, Claire Duri, Marco Paniccia, Riccardo Schioppa. Luca Purchiaroni, organo. Narra Antonello Ricci.

Musiche in programma: Domenica Massenzio (Ronciglione, 1585 circa – Roma, 1657): “Ave Maris Stella” a due cori ; “Ave Maris Stella” concertato; Cintio Vinchioni (Viterbo, secoli XVII-XVIII): “Salmi brevi e concertati della Beatissima Vergine” (1711) in prima esecuzione moderna (trascrizione Stefano Silvi) – “Dixit Dominus”, “Laudate pueri”, “Laetatus sum”, “Nisi Dominus”, “Lauda Jerusalem”; Francesco Grassi (secoli XVII-XVIII): “Magnificat”

Libretto di Girolamo Curti (Viterbo, 1674 – post 1732): “L’inferno abbattuto, ovvero il trionfo di Santa Maria Liberatrice di Viterbo (1715). N.B. Per le notizie biografiche inedite su Girolamo Curti, un grazie di cuore va alla perizia e alla impagabile cortesia del valente studioso di cose viterbesi e amico carissimo Noris Angeli.

“Il setaccio musicale” nasce in occasione della presentazione al pubblico del “Primo Libro de’ Madrigali di Francesco Soriano” a cura di Francesco Bracci. L’ensemble si avvale di musicisti di diversa esperienza e provenienza, uniti dal comune interesse per la polifonia antica. Il nome del gruppo è una traduzione in italiano di “Cribrum Musicum”: titolo di un fondamentale trattato del teorico e compositore Marco Scacchi da Gallese. La citazione racconta il particolare indirizzo dell’ensemble verso il recupero e l’esecuzione dell’enorme patrimonio musicale della Tuscia viterbese.

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