Al Museo Archeologico di Nepi il territorio degli antichi Falisci

Francesca Pontani

L’Agro Falisco corrisponde all’ampia regione delimitata ad est dalla sponda destra del Tevere e definita a nord dai Monti Cimini e a sud dalle sponde orientali del Lago di Bracciano” (Andrea Zifferero)

Il Museo Archeologico di Nepi

Il Museo Archeologico di Nepi è un bellissimo piccolo museo: ben articolati gli spazi, le didascalie, le ricostruzioni dei contesti originali di rinvenimento. Tutto accompagnato da musica di sottofondo e luci per vivere il territorio degli antichi Falisci.
Il museo racconta infatti l’evoluzione storica di Nepi e del suo territorio dalla Preistoria, passando per la cultura falisca, fino al Rinascimento.

 

La sezione preistorica, protostorica e preromana

Molti reperti vengono dalla “necropoli del Cerro” (VII-inizio VI secolo a.C.) dove la sepoltura tipica ha una camera a pianta quadrata preceduta da un piccolo dromos di accesso. All’interno della camera blocchi di tufo fungevano da appoggio ad un tavolato ligneo su cui veniva deposto il defunto.
I corredi esposti ci mostrano il ricco materiale ceramico utilizzato durante il simposio. La ceramica di impasto è decorata con incisioni poi riempite con sostanze colorate, secondo una tecnica tipica nell’area falisco-capenate.
Interessante la parte sulla “necropoli di Sante Grotte”: qui eccezionale il ritrovamento di tombe a camera ancora intatte e di sepolture dentro fossa, riservate a bambini. All’interno delle tombe a camera vi erano ricchi corredi.
Fra le sepolture più sontuose qui esposte è la tomba n. 3: ricco corredo ceramico e oggetti come l’aspergillum bronzeo e uno scarabeo egizio.

 

La sezione romana

L’arrivo dei Romani a Nepi è poco dopo la caduta di Veio nel 396 a.C.
Nepi era un centro strategico lungo le direttrici che conducevano all’interno del territorio etrusco e, a differenza di quanto avvenne per altri centri dell’Agro Falisco, l’entrata della città nell’orbita romana non la danneggiò, ma anzi le conferì una notevole ricchezza, grazie anche al passaggio della Via Amerina, la via collegante Roma con l’Umbria.
All’interno del museo un plastico in scala 1:1 ricostruisce una delle importanti scoperte recenti effettuate: un colombario costituito da sepolture a incinerazione collocate dentro nicchie scavate sulle pareti e sul piano del banco tufaceo (prima metà del I secolo d.C.).

 

Il Museo Civico

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COME RAGGIUNGERLO

Nepi, Via Falisca, 31

 

Francesca Pontani – www.francescapontani.it – Archeologa del comitato scientifico del Museo Archeologico delle Necropoli Rupestri di Barbarano Romano. Egittologa, conoscitrice di lingue antiche come i geroglifici, la lingua sumerica e accadica, la lingua etrusca, lavora nel mondo del web. Nel blog e sul canale YouTube ArcheoTime sono visibili le sue camminate archeologiche on the road. Innamorata della comunicazione e della scrittura, guiderà i lettori di TusciaUP nella conoscenza del nostro territorio attraverso Tour di Archeologia in Tuscia.

Prossimo appuntamento l’8 novembre, andremo a  Bolsena

(Nella foto di Francesca Pontani, riproduzione del colombario esposta nella sezione romana)

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